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Sustainable Economy Forum: la salute al centro dell’edizione 2021

Manuela Miele

Messina (Intesa Sanpaolo): “La finanza è uno dei pilastri della sostenibilità. Le grandi aziende non possono prescindere dalle tematiche ESG”

Terza edizione per l’evento organizzato dalla comunità di San Patrignano e Confindustria. Focus su relazione tra salute ed economia sostenibile

Si è tenuta oggi in modalità web conference la terza edizione del Sustainable Economy Forum, l’evento internazionale organizzato dalla comunità di San Patrignano e Confindustria per riflettere sul tema della sostenibilità in vari ambiti della vita e settori dell’economia. Il focus di quest’anno, strettamente connesso alla contingenza epidemiologica, è stato sulla salute e sulla sua stretta correlazione con lo sviluppo di un’economia sostenibile, con la tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Carlo Clavarino, Presidente della Fondazione San Patrignano, e Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, hanno aperto i lavori concentrando il loro intervento rispettivamente sulla necessità di un cambiamento in chiave sostenibile, messo ancora più in luce alla pandemia, e sulla situazione politica italiana, con un occhio di riguardo al tema della sostenibilità sociale.

Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio 24, ha moderato l’evento, durante il quale si sono susseguiti tre keynote speech tenuti dal senatore Mario Monti, in qualità di Presidente della Commissione Paneuropea per la salute e lo Sviluppo sostenibile dell'OMS, da John E. Scanlon, presidente dell'Illegal Wildlife Trade Challenge Fund del Governo del Regno Unito, della Global Initiative to End Wildlife Crime e Ceo della Fondazione Elephant Protection Initiative e, in chiusura, dall'economista Jeffrey Sachs, Direttore dell'Earth Institute della Columbia University e Consigliere Speciale delle Nazioni Unite sui Sustainable Development Goals.

Salute, ambiente, economia, innovazione tecnologica e finanza i temi affrontati durante le tavole rotonde. La prima, dedicata alla salute, ha visto gli interventi di Maria Paola Chiesi, Direttore Shared Value & Sustainability di Chiesi, e Gianfelice Rocca, Presidente dell'Istituto Clinico Humanitas.

Luca Travaglini, fondatore di Planet Farms, e Anna Zegna, Presidente della Fondazione Zegna, sono intervenuti sul tema ambiente, con un focus sull’agricoltura verticale e sull’esperienza dell’Oasi Zegna, il parco naturalistico nelle Alpi Biellesi. Hanno discusso di economia sostenibile Mauro Gallavotti, Ceo di Celli Group, e Andrea Illy, Presidente di illycaffè e della Regenerative Society Foundation. Entrambi hanno illustrato l’impegno delle rispettive aziende per la sostenibilità ambientale.

Impresa e sostenibilità, l’intervento di Andrea Illy, Presidente di illycaffè e della Regenerative Society Foundation

Andrea Illy, interrogato sulla ricaduta della sostenibilità nell’impresa, ha dichairato: “Il tema delle ricadute della sostenibilità sull’impresa sono duplici a livello di creazione di valore. Da una parte ci sono i flussi di cassa attualizzati ai costi del danaro, quindi quali sono le evoluzioni dei ricavi e dei costi. Da questo punto di vista è riconosciuto che, in particolare per le aziende di marca, la reputazione porta a un aumento dei consumi e a una maggiore fidelizzazione: più consumatori che aderiscono ai valori del marchio con maggiore fedeltà. Questo vuol dire avere tendenzialmente flussi di cassa più elevati. Dall’altra parte c’è il costo del danaro, la cosiddetta formula del Weigthed Average Cost of Capital  (WACC), che contiene un fattore rischio (beta), che quanto più è elevato, tanto più è elevato il costo del danaro e tanto più basso è il valore che si crea.

Questo dualismo di cui si parla molto tra il cosiddetto shareholder capitalism, quello della vecchia maniera che crede che il dovere morale delle imprese sia solo quello di generare profitti, e lo stakeholder company, che invece abbraccia tutti i portatori di interesse dai consumatori, ai clienti, ai fornitori e i collaboratori finanche all’azionista, a nostro parere non esiste. Ciò che interessa all’azienda non è il profitto, che non è altro che la fotografia della performance del passato senza tener conto della responsabilità, ma il vero obiettivo è quello del valore, che sono i profitti futuri che possono essere amplificati o alterati  da un profilo reputazionale non sufficiente in caso si imprese non sostenibili. La nuova cultura d’impresa unisce questi due campi. Oggi la spinta ad essere sostenibile non è solo dal consumatore, la nuova generazione, dei Millennials e ancor più la Generazione Z, è ipersensibile ai temi di  inclusività e ambiente. L'ultimo grande protagonista è infine la finanza, perché la finanza sostenibile è quella che rende di più e c’è il boom del cosiddetto ESG, per cui se non si rispettano questi valori si fa sempre più fatica a massimizzare il valore di impresa”.

Dopo la tavola rotonda sull’innovazione, alla quale hanno partecipato Andrew Barr, Vicepresidente di Hitachi LTD e Ceo di Hitachi Rail Group, Roberto Colaninno, Presidente di Piaggio, e Giuseppe Lavazza, Vicepresidente di Lavazza, si è passato al tema della finanza, approfondito insieme a Fabio Benasso, Ceo e Presidente di Accenture Italy, e Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo.

Finanza e sostenibilità, le dichiarazioni di Carlo Messina, Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo

Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, è intervento sul tema della sostenibilità declinata dal punto di vista finanziario: ““Oggi gli aspetti della sostenibilità sono dei temi che prescindono dal tipo di business che viene svolto perché la gran parte delle investitori internazionali fa scelte di portafoglio sulla base non soltanto sui risultati dell'azienda, che sono il presupposto imprescindibile per effettuare investimenti, ma anche sulla base del tipo di approccio che ogni banca e azienda ha verso la sostenibilità, un approccio che tenga conto delle tematiche di ESG.

Noi come Intesa Sanpaolo abbiamo un fattore in più per puntare agli investimenti in queste aree che è quello di provenire dalle fondazione bancarie, per questo c’è nel nostro DNA una forte componente di attenzione alle problematiche sociali e di responsabilità. Questa attitudine ad operare nel mondo della sostenibilità deve anche tradursi nelle azioni delle persone che lavorano in azienda. Siamo oltre 100mila nel gruppo e tutti i dipendenti della banca sono coinvolti nei progetti di carattere sociale, ma se non avessimo nella vocazione del gruppo quello di essere sostenibile, questo non ci porterebbe ad essere oggi uno dei campioni dell’inclusione degli indici di sostenibilità nel mondo.

Oggi Intesa Sanpaolo è l'azienda e probabilmente l'operatore in Italia che sta portando avanti il più grande progetto contro la povertà. Abbiamo erogato negli ultimi due anni oltre 17 milioni di pasti a persone bisognose, sosteniamo i bisogni degli studenti e all’inizio della pandemia siamo stati primi nel mondo nel settore finanziario europeo con una donazione di 100 milioni di euro al settore della sanità. A questo si aggiungono gli impegni in ambito ambientale perché siamo stati la prima banca ad essere il partner finanziario della Ellen MacArthur Foundation, leader dell’economia circolare nel mondo, studiando progetti e strumenti finanziari per sostenere l’economia circolare e allargandola alla green economy con 50 miliardi di euro per l’economia verde. Da questo punto di vista il mondo della finanza è un pilastro della sostenibilità".