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TIM-4weeks4inclusion e digital divide. Gubitosi:"Evitare divari di competenze"

Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: "Ce la dobbiamo fare a superare le due pandemie, quella della salute ma anche quella dell'individualismo"

TIM, al 4 weeks 4 inclusion l'appuntamento ‘Italia 2026: il digitale che non lascia indietro nessuno'

Luigi Gubitosi, Amministratore delegato di TIM, e il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sono intervenuti oggi all’evento streaming ‘Italia 2026: il digitale che non lascia indietro nessuno'. L'appuntamento si inserisce nell'ambito della 4 weeks 4 inclusion, la più grande maratona interaziendale promossa da Tim e dedicata ai temi dell'inclusione e della diversità che quest'anno, per la  prima volta in Italia, vede impegnate oltre 200 aziende.

"Ci stiamo concentrando su questa, sulla fragilità digitale, che tende a manifestarsi in vari modi e creare situazioni di disagio - ha dichiarato Gubitosi -. Quando l'esclusione deriva da mancanza di connessione o di device si risolve facilmente, è solo una questione di soldi. Ma il tema è evitare divari di competenze, non c'è solo andare in Rete ma sapere interpretarla. Per questo con Luiss e altre istituzioni aderiamo a un  progetto (Italian Digital Media Observatory, ndr) che combatte le fake news, insegna alle persone a capire la qualità dell'informazione. Mentre si cerca l'avanguardia dobbiamo fare nostre le parole di Liliana Segre e fare in modo che nessuno rimanga escluso"

"Desidero ringraziare Tim per aver organizzato questa importante iniziativa che è la  4Weeks4Inclusion - ha detto il Ministro Bianchi -, che non intende lasciare nessuno indietro come ha ricordato la senatrice a vita Liliana Segre. Ce la dobbiamo fare a superare le due pandemie, quella della salute ma anche quella dell'individualismo, che non ha messo al centro della vita collettiva la capacità di includere e costruire la comunità. La scuola non è più il luogo dove accumulare le conoscenze e informazioni, la scuola serve per tenere insieme le persone e costruire comunità sempre più ampie. Il digitale in tutto questo è fondamentale perché consente di uscire dal proprio contesto locale conquistando un  orizzonte più ampio. Ma c'è bisogno che tutti siano messi in condizione di farlo e la scuola serve a superare le differenze".
 
Nel corso dell’evento sono stati presentati i primi risultati della ricerca Censis realizzata in collaborazione con il Centro Studi TIM, 'La digitalizzazione degli  italiani. Fattori di spinta ed elementi trainanti', in cui si evince che la povertà digitale può essere strutturale/situazionale ma anche cognitiva/comportamentale e in Italia il digital divide è fortemente correlato con il livello di istruzione.

Lo studio (come riportato da ANSA) sottolinea che "le competenze digitali sono fortemente influenzate dal far parte o meno della popolazione attiva". Tra gli occupati la quota di chi è in difficoltà supera di poco il 5%, ma sale all'11,3% tra i disoccupati e arriva fino a quasi la metà degli inattivi (44,6%). Il basso tasso di attività delle donne in Italia (55,2% in totale, ma sotto il 40% in alcune regioni del Sud), non favorisce l'inclusione digitale. Chi non è impegnato in un'attività lavorativa ha molte meno  occasioni  per utilizzare e sviluppare le proprie competenze digitali. Durante gli anni di pandemia è emerso che per aver accesso ad internet chi non aveva le giuste competenze ha provato ad arrangiarsi per superare il lockdown: "Le persone con scarse  competenze digitali, in particolare gli anziani, si sono appoggiate su familiari e conoscenti. Pochi hanno dovuto rinunciare. In futuro si percepisce una maggiore disponibilità a mettersi sotto sforzo personalmente, in parte anche attraverso  momenti di formazione".