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TIM, donato al FAI il Convento di San Bernardino a Ivrea

di Redazione Corporate

Danese (TIM): "Abbiamo voluto far diventare patrimonio del territorio, ossia accessibile al pubblico, un bene unico sotto il profilo artistico e culturale"

Non un museo, ma un luogo in cui ricostruire e rileggere, insegnare e promuovere i principi e le idee che hanno formato Adriano Olivetti e guidato la sua impresa, e che possono essere ancora oggi esempio e modello di grande ispirazione per nuove imprese, per le generazioni future, e per le comunità di cittadini che sentono ed esercitano il diritto e il dovere di contribuire concretamente, con consapevolezza e responsabilità, al bene comune: come fece Adriano Olivetti, e come fece, con analogo pionieristico slancio, con determinazione e sentimento, anche la fondatrice del FAI, Giulia Maria Crespi, cui questo 72° Bene del FAI è dedicato, in virtù della profonda sintonia di ideali culturali e civili.

Il racconto si svolgerà all’interno del Convento in un suggestivo percorso multimediale di narrazione tramite proiezioni immersive e attraverso spazi appositamente allestiti con documenti originali, oggetti personali e d’archivio, per rievocare la funzione di casa e lo stile di vita della famiglia, riflesso della cultura e di un rigore morale ed etico di stampo religioso, eppure profondamente laico. Negli altri ambienti saranno realizzati servizi di accoglienza del pubblico, spazi destinati ad attività didattiche, in particolare per le scuole, ma anche luoghi di ricreazione culturale e non: da ambienti multifunzionali per incontri, lezioni, conferenze e piccole mostre temporanee a spazi per lo sport e il gioco, che saranno tutti ripristinati (i tre campi da tennis e gli otto di bocce, la sala biliardo all’interno e all’esterno il percorso vita sul Monte Navale), da un negozio FAI a un caffè con ristoro.

Marco Magnifico, Presidente del FAI, ha dichiarato: "A Giulia Maria Crespi, nel centesimo anno dalla nascita, il FAI ha deciso di dedicare questa sua nuova impresa nella consapevolezza dell’unità di atteggiamento, di spirito e di intenti che, pur senza mai essersi conosciuti e facendo parte di due generazioni diverse seppur assai contigue, lega la sua figura a quella di Adriano Olivetti, che come lei ha fatto bene all’Italia e agli italiani. Due figure egualmente mosse da un rigore morale e da un travaglio interiore e spirituale che li spinse (per non dire obbligò) tutta la vita a dedicare le proprie forze migliori a far bene alla Comunità".