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UniCredit investe al Sud. Nasce a Napoli il nuovo Tecno Hub della banca
Padoan (UniCredit): “Un polo specialistico per dialogare con il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno”. Firmata una convenzione con la Federico II
UniCredit inaugura un nuovo Tecno Hub a Napoli, polo tecnologico dedicato all’open innovation, star up e PMI innovative
UniCredit investe nel Mezzogiorno con un primo polo innovativo dove saranno concentrate attività di open innovation, di sviluppo tecnologico e gestione remota della propria clientela italiana. Un Tecno Hub che comprende, oltre all’apertura di “Spazio UniCredit” presso il campus dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio, anche il rafforzamento della sede napoletana della sezione Direct per l’assistenza e consulenza da remoto della clientela e l’apertura di una seconda sede, sempre nel capoluogo partenopeo, della Concierge di BuddyBank, la banca 100% digitale di UniCredit.
“In un territorio caratterizzato ancora da alti tassi di disoccupazione giovanile e femminile abbiamo voluto creare a Napoli un nuovo polo di riferimento della banca per le attività specialistiche dedicate all’innovazione”, ha spiegato Pier Carlo Padoan, presidente di UniCredit. “Un polo che dialogherà con il tessuto locale e che avrà importanti ricadute occupazionali per tutte le regioni meridionali. Il nostro è un segnale concreto di fiducia nel futuro del Mezzogiorno, in linea con il Pnrr che contribuirà ad accelerare la crescita degli investimenti pubblici e favorire l’attrazione di quelli privati, creando opportunità di sviluppo”. Padoan ha ricordato che la crescita del Paese, sotto il profilo economico ed occupazionale, sta accelerando con numeri significativi e che l’azienda creditizia “vuole essere un attore centrale per la ripartenza anche del Mezzogiorno grazie alle attività e alle indicazioni a supporto del sistema produttivo. Investire al Sud significa credere nel futuro dell’Italia”.
I nuovi investimenti di UniCredit consentiranno di convogliare sulla città nuove attività e competenze e di reclutare figure altamente qualificate. “Saranno infatti duecento le risorse complessive coinvolte nel nuovo polo di UniCredit a Napoli e circa cento le nuove assunzioni per l’avvio delle attività e finalizzate in parte anche al potenziamento della rete commerciale del Sud Italia”, ha puntualizzato Padoan. Previsto anche il rientro di alcune professionalità sul territorio, mentre le “risorse selezionate proverranno da diverse regioni meridionali e saranno scelte grazie alle collaborazioni con le principali Università del Mezzogiorno con cui UniCredit ha già in essere accordi finalizzati al recruiting post-laurea. Ad oggi sono già circa cinquanta i neoassunti, il 70% è donna e il 90% proviene da Università del Sud Italia”.
Con le nuove iniziative presentate oggi, ha a sua volta affermato Annalisa Areni, regionale manager per il Sud di UniCredit, “il Gruppo conferma l’impegno per un approccio socialmente responsabile alle relazioni industriali, come previsto dall’accordo con i sindacati nazionali raggiunto ad aprile 2020”. La stessa Areni ed il Rettore della Federico II, Matteo Lorito, hanno poi sottoscritto un protocollo d’intesa finalizzato a favorire iniziative nel campo dell’open innovation e delle attività di Ricerca e Sviluppo digitale, anche attraverso la possibile collaborazione con il sistema delle Academy e con le altre aziende già presenti nel campus universitario. L’accordo prevede inoltre una forte interazione di “Spazio UniCredit” con l’incubatore della Federico II al fine di stimolare attività di ricerca congiunta, di networking e di matching di start up con controparti industriali, finanziarie e investitori per favorire la definizione di relazioni di collaborazione e partnership.
Nella sua prima visita in Campania come ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna ha concluso i lavori mettendo in luce come anche nel Mezzogiorno si possono realizzare talenti e sinergie. “In questo contesto, il Pnrr rappresenta un’occasione storica da non perdere purchè tutti remino verso lo stesso obiettivo. Se i soldi saranno spesi male, a pagarne le conseguenze non sarà solo il Sud ma l’intero Paese”.