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Economia
Opa Parmalat, Lactalis alza il prezzo a 3 euro

Dopo le pressioni dei fondi e dei piccoli soci e sulla scorta di adesioni che procedevano al ralenti (a ieri, era stato consegnato meno dello 0,3% del capitale), i francesi di Lactalis hanno deciso di ritoccare il prezzo proposto al mercato per conquistare tutta la Parmalat e portare via il marchio di Collecchio da Piazza Affari. Stamane la Sofil (società che formalmente promuove l'operazione) ha annunciato in una nota di avere incrementato da 2,80 a 3,00 euro il corrispettivo per ognuna delle massime 227.419.208 azioni ordinarie di Parmalat – cui si aggiungono altri pacchetti destinati ai creditori del gruppo italiano e a servizio dei warrant. Il gruppo francese è all'87 per cento circa del capitale dell'azienda alimentare, per il quale aveva sborsato 3,7 miliardi. L'azione Parmalat vola di conseguenza a Piazza Affari, mettendosi addirittura qualche centesimo sopra le condizioni aggiornate.

Il nuovo prezzo indicato dai francesi, recita la nota mattutina, "incorpora un premio del 16,2% circa rispetto al prezzo ufficiale del titolo Parmalat registrato in data 23 dicembre 2016 (giorno di borsa aperta antecedente l’annuncio dell’Offerta), pari ad euro 2,582, nonché del 19,2% sull'ultimo mese, del 23% sui tre mesi, del 25,7% sui sei mesi e del 26,2% sui dodici mesi". Con la nuova offerta, Lactalis potrebbe sborsare al massimo 862 milioni di euro.

Oltre al cambiamento del prezzo, si modifica anche il calendario di un'operazione che già si era mossa a singhiozzo per l'iniziale richiesta Consob di avere maggiori informazioni. D'accordo con Borsa, l'offerta andrà avanti per altri sette giornate di mercati aperti e quindi si concluderà il 21 marzo prossimo (dal 10 marzo iniziale).

Soltanto pochi giorni fa il fondo Amber Capital era tornato di nuovo all'attacco sull'operazione dei francesi, in una guerra di posizione che dura praticamente da quando la famiglia Besnier ha messo piede nell'azienda italiana decidendo di trasferire la cassa Oltralpe. Partita poi inasprita con la cessione delle attività Usa di Lactalis (Lag) alla stessa Parmalat, in un altro valzer che ha portato 900 milioni dall'Italia alla Francia.

Il fondo si è sempre opposto e l'ultima mossa - questa volta critica verso l'Opa definitiva - è stata di pubblicare la fairness opinion di Intermonte Sim, che era stata incaricata di stilare un parere di congruità sul prezzo dell'Opa dalla stessa Amber e altri azionisti di minoranza del gruppo alimentare. La valutazione effettuata con la metodologia dei flussi di cassa scontati porta, secondo Amber, "ad un valore per azione Parmalat pari a 3,50 euro (senza tenere conto del potenziale incasso derivante da una valutazione positiva del contenzioso Citigroup, con il quale è in corso una causa plurimilionaria per i tempi del crack ndr)". Le valutazioni effettuate da Leonardo & Co. (advisor del cda di Parmalat) e da Lazard (advisor degli amministratori indipendenti), ricordava il fondo, conducono a risultati diversi, ovvero tra 2,55 e 3,22 euro per Leonardo e tra 2,68 e 3,20 euro per Lazard, "senza, però, che siano state rese disponibili informazioni complete sulle assunzioni alla base delle valutazioni effettuate". Il rischio per l'azionista, ricordava ancora Amber, era di "rimanere bloccato in una società non più quotata" soltanto se, al termine dell'Opa, Sofil abbia oltre il 90% del capitale e il socio non aderisca all'offerta obbligatoria oppure nel caso in cui Lactalis abbia oltre il 95% del capitale e non eserciti lo squeeze-out, fermo restando che, in questa seconda ipotesi, il socio che non abbia aderito all'opa può obbligare i francesi ad acquistare le azioni in suo possesso (cosiddetto sell-out).

Dopo l'aggiornamento delle condizioni di offerta da parte di Lactalis, da Kepler Chevreux consigliano di aderire, pur se rimangono alcune incertezze nella valutazione della società, proprio per quanto riguarda i contenziosi aperti con Citigroup. Nonostante questo, "il prezzo dell'offerta ora è in linea con il nostro prezzo obiettivo di 3 euro".

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