Economia
Paolo Savona come Robin Hood. Condono, il ministro non convince

In Italia la pressione fiscale è attorno al 42%, più alta di quasi tutti i paesi europei, mentre l´evasione fiscale è pure significativamente più alta
Sulle prime, ieri, era stata riportato solo il frammento saliente della conversazione del Ministro Savona con l´intervistatrice, quello in cui sosteneva che il condono varato dal suo governo avrebbe migliorato la distribuzione del reddito. Allora immediatamente pensai a una sua dichiarazione precedente, secondo cui di fronte alla decisione di procedere a un condono era d´uopo “turarsi il naso” e sfruttarne tuttavia quello che poteva dare. “Ma lui è un ministro di questo governo, pensai, non un impotente spettatore o al massimo elettore. Non gli si addice di invitare a turarsi il naso. E’ come un invito a turarsi il naso davanti a lui!” E pensai che in seguito a lui stesso dolesse il suo atteggiamento contradditorio, e che fosse per sciogliere la contraddizione che avesse adottato la posizione, molto dubbia sul piano economico e politico, che non c´era niente da vergognarsi, perché il condono aveva positivi effetti distributivi. I furti ad esempio, redistribuiscono reddito dai ricchi ai poveri? Forse sì. Dipende da come è organizzata questa attività…economica. Non è escluso che un bravo ladro e i suoi collaboratori guadagnino di più dei loro derubati. Ma anche ammettendo che non sia così, questa attività non si potrebbe dichiarare socialmente accettabile e addirittura apprezzabile per questo. Ma ora il Fatto di oggi nel suo sito ha riportato un brano più ampio dell´intervista, che vale la pena di riproporre immutato qui
Se negli ultimi anni tutti i Governi hanno fatto un condono perché non dovremmo farlo anche noi? Sarebbe sempre una redistribuzione di reddito dai ricchi ai poveri. Meglio che niente. Al parlamento di Strasburgo ho usato anche dei termini un po’ più pesanti: tipo turarsi il naso e fare l’operazione per motivi etici.
Non dovrebbero farlo loro perché, primo è sbagliato e distruttivo in sé: gli evasori sono non solo premiati, ma incentivate a proseguire, se è vero che “lo hanno fatto gli altri, perché non dovremmo continuare a farlo anche noi?”; secondo, perché loro, o almeno i 5*, pretendevano di essere diversi ed in particolare contrari ai condoni. Lo stanno facendo invece in adempimento di una promessa elettorale i capi della Lega, da sempre impegnata spasmodicamente a promuovere condoni. Si potrebbe addirittura osservare che con la Lega gli evasori sono diventati importanti attori politici, forze di (mal-)governo.
Un po’ sconcertante anche la proposta di Savona di “turarsi il naso e farlo per motivi etici.” Non è per motivi etici che ci si “tura il naso”? I “motivi etici” sarebbero probabilmente quelli redistributivi: quelli che risultano dalla manovra complessiva del governo, finanziabile anche con i proventi dei condoni che verranno decretati, o quelli che sarebbero l´effetto diretto dei condoni? Ciò che stupisce dell´intervista di Savona è che sembra puntare verso la seconda alternativa (altrimenti parlerebbe degli effetti della manovra, non del condono) che incuriosisce assai. Ad esempio, egli potrebbe pensare che quelli che hanno pagato le tasse, avevano i soldi per farlo, e quindi sono ricchi; quelli che aspirano ai condoni, non hanno pagato perché non li avevano, e quindi sono poveri. Ma i due sillogismi sono ovviamente fallaci, meglio non attribuirglieli. Tentiamo altre due possibili strade.
In Italia la pressione fiscale è attorno al 42%, più alta di quasi tutti i paesi europei, mentre l´evasione fiscale è pure significativamente più alta. Per quelli che pagano le tasse, si può calcolare che la pressione fiscale raggiunga il 48%. Evadere può perciò essere molto redditizio, ma migliora la distribuzione del reddito? Forse, se a pagare fossero i più ricchi. Ma sappiamo che essi sono maestri di elusione ed erosione, e che la maggioranza di quelli che pagano sono lavoratori dipendenti: i più ricchi?
Tentiamo di considerare la cosa da un altro punto di vista: il grosso del gettito fiscale viene nell´ordine: dai contributi sociali, dall´Irpef e dall´Iva. I condoni progettati dal governo sinora non hanno lambito i contributi sociali (anche se la Lega aveva tentato di promuovere un condono contributivo e si riserva di ritentarci in Parlamento). L´evasione dell´Iva è una sottrazione di gettito al Tesoro da parte di venditori e compratori: il povero qui è il Tesoro. I lavoratori dipendenti pagano la loro Irpef sino all´ultimo centesimo: sono obbligati a farlo, non hanno scelta. I lavoratori autonomi sono i grandi evasori dell´Irpef: la evadono al 68%. Sono poveri, che evadendo si tengono quello che in base a qualche criterio di giustizia gli sarebbe dovuto? A guardare le loro dichiarazioni (quando le fanno), sull´ordine dei 30.000 euro annui, parrebbe di sì; ma come è noto, anzi, notorio, sono clamorosamente, oltraggiosamente irrealistiche.
Il condonante Savona come Robin Hood non convince.
Il Ministro Savona è stato in un lontano passato allievo di Franco Modigliani, uno dei nostri massimi economisti. Egli aveva fatto con riferimento alla piaga italiana dei condoni una proposta semplice e incontrovertibile : che ad ogni somma condonata agli evasori corrispondesse un equivalente rimborso fiscale ai contribuenti adempienti. Perché il Ministro non si impegna, per motivi questa volta sì etici, in questa direzione? Allora potremo sturarci il naso quando ci incontriamo.
Giacomo Costa, 27/X/18