Economia

Papa e gay, il conto sarà salatissimo. I social: "No 8x1000 alla Chiesa"

di Stefano Marrone

L'infelice uscita di papa Francesco rischia di tradursi in un danno economico per il Vaticano, con l'8x1000 alla Chiesa che è già in calo da anni

Papa e gay, il conto sarà salatissimo. I social: "No 8x1000 alla Chiesa"

Una nuova batosta per la Chiesa cattolica,  dopo l'uscita infelice di Papa Francesco sui seminaristi gay. Le donazioni dell'8x1000 sono sempre più esigue. Per la prima volta nella storia quelle basate sulle dichiarazioni dei redditi effettuate nel 2023 sono sotto il miliardo di euro. L'Assemblea dei vescovi ha infatti informato negli scorsi giorni infatti che le risorse erogate dal Ministero delle Finanze italiano si sono ulteriormente ridotte. Scendendo a quota 910 milioni e 266mila euro. E le prospettive per quest'anno non paiono migliori perchè l'indignazione social per le parole del pontefice sugli omosessuali ha portato ad una campagna per "boicottare" la destinazione dell'8x1000 alla Chiesa.

L'8x1000 alla Chiesa in calo. Ed ora c'è il rischio dell'effetto social

Quello del 2022 è intanto già un bel calo rispetto al miliardo e 111 milioni del 2022, e al miliardo e 3 milioni del 2021. L'8x1000 sembra testimoniare la crescente disaffezione degli italiani nei confronti della Chiesa. Il recente scivolone del Papa, poi, potrebbe ulteriormente gravare sui conti di San Pietro. In queste ore  infatti sta diventando virale una protesta social che ha come obiettivo proprio l'8x1000.

Molti utenti, indignati dalla sparata del Papa contro i seminaristi omosessuali, invitano a non versare la donazione alla Chiesa cattolica. Chi invita all'esonero, versandolo allo Stato e chi consiglia polemicamente di indicare come beneficiari i valdesi per risolvere il problema. Nel 2023 i cardinali avevano dato la colpa della diminuzione di 100 milioni del contributo per la loro organizzazione alla corrispondente diminuzione del gettito Irpef, ma questo risulterebbe falso a leggere i dati sul sito del Dipartimento delle Finanze. Sembra infatti inarrestabile la disaffezione per la Chiesa cattolica sia in termini di firme sia in termini di fondi sottratti alla fiscalità generale.

Occhiopermille, esultano gli atei

"Esprimiamo soddisfazione per questi risultati – ha dichiarato  Roberto Grendene, segretario dell'Uaar, Unione Atei e Agnostici Razionalisti - Sono passi avanti per la laicità del nostro Paese che l'Uaar sostiene con la campagna Occhiopermille. È inaccettabile invece il comportamento del Governo, che persevera nel passare in anticipo e in via esclusiva i dati ai vescovi. Lo scorso anno abbiamo scoperto che avevano raccontato una bugia, facendo credere che i 100 milioni in meno fossero dovuti alla diminuzione del gettito Irpef, quando invece il merito andava attribuito ai contribuenti, le cui firme per la Chiesa sono state 205mila in meno, mentre lo Stato ne aveva ottenute 84mila in più".

"Non possiamo che restare in attesa dei dati dettagliati – commenta Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali dell'Uaar - Quando il Governo avrà la compiacenza di renderli pubblici. Rimanendo a quelli annunciati dalla Cei, evidenziamo la vergognosa discrepanza tra le milionarie pubblicità diffuse su tutti i mezzi di informazione e l'impiego che la Cei fa dei fondi pubblici su cui mette le mani. La Cei ha infatti annunciato di destinare 246 milioni di euro alle esigenze di culto (tutela dei beni e nuova edilizia), 40 milioni per sostenere la catechesi e l'educazione, 9 milioni per l'andamento dei tribunali ecclesiastici regionali, 275 milioni per gli interventi caritativi e 389 milioni (la voce più pesante) per sostenere il clero".

Come funziona l'8x1000

Il meccanismo di ripartizione dell’8×1000 dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) risale al 1984, quando fu rivisto il concordato tra Stato e Chiesa. Venne quindi stabilito che l’8×1000 fosse destinato alle iniziative cattoliche di carattere umanitario e di interesse sociale. Tale modalità – entrata in vigore con la legge 222 dell’85 – ha sostituito l’assegno di congrua, cioè lo stipendio pagato dallo Stato italiano ai sacerdoti e ha permesso alla cittadinanza italiana di scegliere liberamente se finanziare o meno l’istituzione cattolica.

Successivamente l’intesa con la CEI è stata estesa ad altre realtà a sfondo religioso. E naturalmente è presente anche la possibilità di destinare l’8×1000 allo Stato. Ogni cittadino ha la possibilità di scegliere l’ente a cui destinare l’8×1000. Oltre allo Stato, sono comprese realtà a sfondo religioso come l’Unione delle Chiese metodiste e valdesi, l’Unione delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno, l’Unione delle comunità ebraiche, la Chiesa evangelica luterana, l’Unione buddhista e l’Unione induista italiana. Se non si esprime una preferenza sulla destinazione dell’8×1000, però, questa quota verrà attribuita in relazione alle scelte espresse dal resto della popolazione. Andrà quindi all’ente che è stato maggiormente selezionato dal resto della cittadinanza: fino ad oggi la Chiesa Cattolica.