Economia
"Patto Stabilità congelato per 10 anni".I desiderata della Commissione Finanze

Il parere favorevole alle linee guida del Governo sul Recovery Plan, ma...
Passi che la Germania ha sospeso a fine settembre la regola costituzionale del pareggio di bilancio, un dogma finanziario a Berlino derogabile solo in casi di situazioni straordinarie, fino al 2024, step che quindi, in teoria potrebbe preludere a un'estensione della sospensione del Patto di Stabilità nella zona euro fino al 2024. Ma dire stop alle regole europee per un decennio pare un azzardo, anche perché al momento il Patto di Stabilità sul deficit e sul debito è stato congelato da Bruxelles soltanto fino alla fine del prossimo anno. Ed è difficile che persino Angela Merkel, pur in stato di emergenza con la sua economia per altri quattro anni, chieda di allentare le regole comunitarie.
Eppure in commissione Finanze al Senato ci hanno provato. Secondo quanto ha riportato infatti l’agenzia Public Policy, la commissione di Palazzo Madama guidata dal duo Alberto Bagnai (Lega) e D’Alfonso Luciano (Pd) ha chiesto in una delle osservazioni allegate al parere, favorevole, sulle linee guida del Governo sul Recovery Plan, di sospendere “le regole fissate dal Patto di stabilità per un decennio”.
Il motivo? Si tratterebbe di un'azione che “darebbe un elemento di certezza sull'indirizzo delle istituzioni europee, garantendo le condizioni per progettare la ripresa e ridurre progressivamente e gradualmente il deficit e il debito”.
Il semplice congelamento fino al 2021 infatti “non è sufficiente - hanno aggiunto ancora i senatori - a dare respiro e continuità alla politica di bilancio fortemente espansiva e di sostegno all'economia per evitare l'ingigantirsi degli effetti della crisi”.
La commissione ha concluso poi le proprie osservazioni sul piano da 209 miliardi, fra sovvenzioni e prestiti, destinato all'Italia chiedendo al Governo di coinvolgere il Parlamento nella stesura degli interventi concreti da finanziare con i soldi europei. ”La definizione dei progetti di grande respiro e la realizzazione degli investimenti strutturali - hanno spiegato infatti da Palazzo Madama - per dimensioni e complessità, necessitano di una preventiva individuazione di percorsi di riprogrammazione degli interventi da effettuare con le stesse modalità procedurali e con il pieno coinvolgimento del Parlamento".