Economia
Pensioni, addio lavoro a 63 anni: si può dopo la caduta di Draghi RIFORMA NEWS
Pensioni, riforma cosa cambia con la caduta del governo Draghi cosa succederà? Le notizia sulle riforma della previdenza
Pensioni a 63-64 anni? Ipotesi Tridico (Inps) per la riforma. Le news
La riforma pensioni sarà un tema caldissimo per il prossimo governo. Tante le ipotesi su cosa potrebbe accadere. Ovvio che molto dipenderà dalla coalizione vincente. Attenti però all'ipotesi Tridico, il presidente dell’Inps punterebbe un'idea di pensione dai 63-64 anni solo con la quota che si è maturata dal punto di vista contributivo. Il lavoratore uscirebbe dal mondo del lavoro con l'assegno calcolato con il contributivo e a 67 anni otterebbe l'altra quota, cioè quella retributiva. L’ipotesi Tridico per la riforma pensioni ha un grande pregio: sembra tra le più sostenibili dal punto di vista finanziario, visto che l'aggravio viene calcolato a circa 2,5 miliardi per i primi tre anni e poi risparmi a partire dal 2028. Dunque: 63 o 64 anni di età e possesso di almeno 20 anni di contributi. Occorre inoltre aver maturato, alla data di accesso alla prestazione, una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. La prestazione completa al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia.
Pensioni, cambia tutto con la caduta del governo Draghi. Riforma, le news
Addio governo Draghi: e alla riforma pensioni cosa succede? Domanda caldissima. La riposta arriverà dopo le elezioni del 25 settembre con l'insediamento (a ottobre) del nuovo esecutivo. Che avrà sin da subito un compito importante: evitare il ritorno alla Fornero con addio al mondo del lavoro a 67 anni e un’uscita anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne). Tra le ipotesi circola quella di una Ape Sociale super. Intanto una premessa: si tratta del prepensionamento, senza alcun onere economico, a specifiche categorie di lavoratori.
Pensioni riforma: Ape Sociale allargata?
Ape sociale nel 2023 potrebbe essere allargamente nel suo perimetro e su questo punto sembra esserci un accordo generale tra le parti politiche. Non dimentichiamo l'emendamento alla scorsa manovra che portava da 36 a 32 anni la soglia contributiva per l’accesso all’Ape sociale dei lavoratori edili e inseriva i ceramisti tra le mansioni usuranti per cui si poteva usufruire dell’Anticipo pensionistico (per l'appunto Ape sociale). L'Ape sociale arrivà nel 2017 e con l'ultima manovra è stata prorogata anche al 2022. Dal 2023 la possibilità che venga estesa a molti più lavoratori rispetto al passato è concreta. Attenzione però: l'ape sociale potrebbe essere una misura, ma non l'unica nel varo di una nuova riforma pensioni. Si vedrà. Prima le elezioni.