Economia
Pensioni, più flessibilità in uscita è possibile. Ecco come
Quota 100-102: presto andranno ridefiniti i criteri che regolano l’uscita dal lavoro. I dati suggeriscono che non si verificherà una fuga verso il pensionamento
Le pensioni nella legge di bilancio
La Commissione finanze ha recentemente ascoltato in audizione Ufficio parlamentare di bilancio, Cnel, Corte dei conti e Banca d’Italia sui contenuti della legge di bilancio per il 2022. Per quanto attiene agli interventi in ambito pensionistico, il giudizio che emerge dalle relazioni, pur non essendo particolarmente benevolo, appare ispirato a un certo attendismo, forse frutto della decisione del governo di non intervenire in maniera organica sul tema al centro del dibattito dopo l’uscita di scena di Quota 100: la flessibilità pensionistica.
I fondamenti della manovra di finanza pubblica per il 2022 nel settore delle pensioni sono: i) il passaggio da Quota 100 a Quota 102; ii) la conferma per il prossimo anno di opzione donna; iii) la conferma e l’ampliamento della platea per l’Ape sociale; iv) il passaggio dell’Inpgi all’interno dell’Inps.
I primi tre provvedimenti aprono, secondo le indicazioni di Banca d’Italia, la possibilità di un’uscita anticipata a 55 mila persone nel 2022. Passare a Quota 102 è un modo per ammorbidire, in maniera non traumatica per la cassa pensionistica, lo scalone che altrimenti si sarebbe creato a partire dal 1° gennaio 2022 con la fine di Quota 100. Come già evidenziato, si tratta di una scelta che ribadisce il solco generazionale che da decenni ormai caratterizza il lungo passaggio dalla regola retributiva a quella contributiva e garantisce a un (forse) ultimo manipolo di lavoratori il permanere di un privilegio difficilmente giustificabile in termini di equità intergenerazionale.
Opzione donna
Opzione donna viene prolungata ancora per un anno. Finora ha assicurato l’uscita anticipata a un numero non trascurabile di lavoratrici, 140 mila secondo i dati forniti nella relazione della Corte dei conti. Al di là di valutazioni legate all’opportunità di garantire alle donne una sorta di compenso per l’extra contributo loro richiesto all’interno della famiglia, la logica della misura sfugge però quando la si voglia considerare in maniera organica in un sistema che da tempo ha affermato il principio della convergenza dell’età di pensionamento delle donne rispetto a quella degli uomini.
(Segue...)