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Economia
Petrodollari, il fondo dell’Arabia Saudita si “mangia” le imprese occidentali

Petrodollari, nel mirino tutti i settori dall'alta tecnologia, al turismo, allo sport

Il fondo sovrano ha un patrimonio “monstre” del valore di 556,77 miliardi di euro. Un patrimonio in crescita continua. Solo dell’ultimo anno il trend è stato del 10% con la nascita di oltre 25 nuove società. Nella relazione annuale si legge che “le azioni comprendono settori ad alta tecnologia e crescita, come i videogiochi e le industrie creative in generale, nonché aziende e iniziative legate all'industria dei viaggi e del turismo in rapida espansione". Insomma più o meno tutto è nel mirino dei principe saudita. Nonostante ciò questi investimenti planetari all’estero rappresentano soltanto il 23% del portafoglio del fondo sovrano.E’ praticamente in tutte le aziende del paese. Ad esempio nella compagnia petrolifera nazionale Aramco, una tra le più grandi al mondo, è dentro con l’8%. in Saudi Telecom (STC) al 64%. STC si è rivalutata di quasi il 20% in un periodo in cui tanti operatori occidentali “soffrivano” (Orange, Vodafone e Telefonica).

 

Petrodollari, successi continui ma pure qualche flop

Ma anche se sembra che la stella economica dei principi del deserto non si fermi mai qualche battuta d’arresto anche i sauditi l’hanno avuta nella loro trionfale marcia verso il potere economico sull’occidente. Un flop sembrerebbe quello di Lucid Motors , il produttore di auto di lusso competitori di Elon Musk che , con risultati negativi, ha diminuito del 60% il proprio valore. E nemmeno la Svizzera porta bene perchè la Saudi National Bank, sembra aver perso oltre 1.000 milioni di euro in cinque mesi nell’acquisto di  azioni del Credit Suisse poi assorbito “obtorto collo” e rapidamente dalla rivale UBS a prezzo di saldo. Ma questi flop sembrano non intaccare l’economia saudita nemmeno di un “grammo”. Secondo il Fondo monetario internazionale, l’Arabia Saudita nel 2022 è stata l’economia in più rapida crescita nel G-20, con un progresso dell’8,7%  con una forte produzione petrolifera e crescita del PIL extra petrolio del 4,8%, trainata da investimenti privati e megaprogetti. E pure la guerra in Ucraina ha dato nuovo ossigeno agli Emirati che vedono ogni giorno crescere le loro ricchezze (prezzi massimi del barile a 90 dollari) tanto da provare pure a “rubare” agli occidentali la bellezza dello sport continentale, il calcio, coprendo di danari i più grandi campioni. Ed ora stanno portando via pure i medici. Dove arriveremo?

 

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