Petrolio, la compagnia Total sfonda in Basilicata: 40mila barili al giorno - Affaritaliani.it

Economia

Petrolio, la compagnia Total sfonda in Basilicata: 40mila barili al giorno

La compagnia francese Total è passata dalle prove sperimentali di estrazione all’attività di giacimento. Nel sito anche metano, 240 tonnellate di Gpi al giorno

Petrolio: le estrazioni di Total nel giacimento di Tempa Rossa

La compagnia francese Total ha superato le prove “generali” sperimentali e ha iniziato a estrarre, dal giacimento di Tempa Rossa in Basilicata, petrolio, metano Gpl a pieno regime industriale e commerciale. L’obiettivo, fa sapere il Sole 24 ore, “è arrivare a 50mila barili al giorno di un petrolio piuttosto denso, fito come una maionese neriffisma. Insieme al petrolio sgorgano il metano, poi 240 tonnellate al giorno di Gpl e 80 tonnellate di zolfo. Nella giornata di mercoledì 16 dicembre, fa sapere il Sole 24 ore, dai pozzi sulla montagna che domina su un versante Corleto Perticara (potenza) e dall’altra Gorgoglione (Matera) sono scaturiti oltre 34mila barili di greggio, 114mila metri cubi di metano e 1631  barili di Gpl. 

Petrolio: 10,45mila milioni di barili di greggio nel 2020

Dal primo gennaio 2020, in quasi un anno, sono stati estratti 10,45mila milioni di barili di greggio e 18,08 milioni di metri cubi di metano. Mentre nella giornata di giovedì 17 dicembre 2020, fa sapere il Sole 24 Ore, “i concorrenti Eni hanno estratto 62mila barili di petrolio dal giacimento adiacente della Vaal d’Agri, il più grande giacimento europeo di terraferma. 

Tempa Rossa, si legge, “è un grande giacimento di petrolio scoperto nel 1989 dall’Enterprise Oil e dalla compagnia petrolifera belga Fina sotto la montagna che divide la cittadina di Corleto Perticara dall’abitato di Gorgoglione. Le fusioni e incorporazioni che hanno assorbito la Fine nella francese Total hanno portata in eredità alla compagnia parigina la concessione in Basilicata in cui la Total è operatrice con il 50% mentre Shell e Mitsui sono soci con il 25% ciascuno. A circa 1.100 metri di quota, aggiunge il Sole, “è stato spianato il dorso erboso della montagna e vi si è stato costruito il centro oil più alto d’Europa attorno al quale ci sono sei pozzi dove sgorga alla pressione di circa 100 bar il greggio, un petrolio sempre più denso, pastoso e solforoso fino a 6mila metri di profondità”. Le stime parlavano di riserve per 480 milioni di barili. Il centro oli, si apprende, "è una specie di raffineria costata 1,5 miliardi che toglie dal greggio lo zolfo e l’idrogeno solforato e raccoglie il metano e il Gpl le cui bollicine frizzano nel petrolio. Da lì le condutture portano verso i mercati il greggio depurato e i gas".