Pil, l'Ue taglia la crescita italiana: "Incertezze sulle politiche economiche"
Pil, secondo le previsioni aggiornate la crescita è attesa all'1,3% per il 2018 e all'1,1% per il 2019
PIL: UE TAGLIA PREVISIONI CRESCITA ITALIA, +1,3% NEL 2018
La Commissione Europea taglia le previsioni relative alla crescita del Pil italiano, insieme a quelledi tutta l'Eurozona. Mentre il 3 maggio scorso, nelle Previsionie conomiche di primavera, la crescita attesa per il nostro Paese era dell'1,5% per il 2018 e dell'1,2% per il 2019, secondo le previsioni aggiornate la crescita è attesa all'1,3% per il 2018 e all'1,1% per il2019.
Lo stesso ministro dell'Economia Giovanni Tria aveva fattocapire di attendersi una revisione al ribasso delle stime, quando aLussemburgo, lo scorso 22 giugno, aveva osservato che "attualmente c'èun rallentamento, che non riguarda l'Italia, ma tutta l'Eurozona". E'chiaro, aveva aggiunto, che nella correzione strutturale chiestaall'Italia potranno esserci "piccoli scostamenti che derivano daquesto fatto".
UE: COMMISSIONE TAGLIA STIME CRESCITA EUROZONA AL 2,1% NEL 2018
La Commissione Europea taglia lestime di crescita dell'Eurozona per il 2018. Il Pil dell'area euro èora atteso in aumento del 2,1%, a fronte del +2,3% previsto il 3maggio, e del 2% nel 2019, come due mesi fa. La medesima revisione alribasso vale per le stime relative al Pil dell'Ue a 28 (+2,1% a frontedel precedente +2,3% per il 2018 e invariata al +2% per il 2019).
La previsione è soggetta a "significativi rischi al ribasso". Per laCommissione, "la moderazione dei tassi di crescita è in parte ilrisultato di fattori temporanei, ma le crescenti tensioni commerciali,i prezzi del petrolio più elevati e l'incertezza politica in alcuniStati membri possono aver avuto un ruolo".
"Mentre la recente robusta crescita economica si è dimostrataresiliente, le previsioni - avverte - restano suscettibili asignificativi rischi al ribasso, che sono aumentati dalla scorsaprimavera. Lo scenario di base non prevede alcuna escalation nelletensioni commerciali: se dovessero aumentare, tuttavia,influenzerebbero negativamente il commercio e gli investimenti". Altririschi includono "la volatilità