Economia
Pil, la ripresa accelera: +4,7%. In scena il più grande rimbalzo di sempre
L'Istat rivede al rialzo rispetto a dicembre le stime per il Pil di quest'anno. Per il 2022 indicato un +4,4%. Dopo il Covid, il più grande rimbalzo di sempre
Quali sono le ragioni di tutto questo? Secondo Gail Fosler, economista e presidente di The GailFosler Group, un motivo c'è ed è da cercare nella crisi che ha colpito il mondo nel 2020. Una crisi 'naturale' a differenza delle altre, 'finanziarie' o 'industriali'. In altre occasioni e' stata colpita la domanda. Questa volta, al contrario, è stata messa in freezer. Come durante un disastro naturale. "La pandemia ha creato uno shock che travolge il concetto stesso di ciclo economico", ha affermato Fosler.
I disastri naturali interrompono temporaneamente l'attività economica lasciando intatte la domanda e l'offerta di beni e servizi sottostanti. Una volta passato il disastro, l'economia si riprende più velocemente rispetto a una tipica recessione. Uno studio del 2018 sulle dichiarazioni dei redditi dei residenti di New Orleans ha rilevato che dopo il colpo iniziale provocato dall'uragano Katrina, i redditi dei cittadini sono rimbalzati in pochi anni e hanno persino superato quelli dei percettori non colpiti. La caduta e il rimbalzo. Secondo il Comitato del bilancio federale Usa la risposta fiscale del Congresso alla pandemia di Covid-19 ammonterà a 5.100 miliardi di dollari, ovvero il 4,4% del Pil al 2024.
In confronto, la legislazione di stimolo emanata a seguito della recessione del 2007-09 è costata circa 1.800 miliardi di dollari, il 2,4% del Pil tra il 2008 e il 2012. Il risultato è che i redditi delle famiglie sono sostanzialmente aumentati rispetto ai livelli pre-pandemia, specialmente per le famiglie a basso reddito, ha affermato James Knightley, capo economista di Ing. A far saltare il banco però, come detto, potrebbe essere il rialzo dell'inflazione che potrebbe uccidere la ripresa. E' questo il timore di molti economisti e che comincia a serpeggiare anche tra i banchieri della Fed che si riunirà a metà mese. Ieri la banca centrale Usa ha annunciato che inizierà, a partire dal 7 giugno, ad alleggerire gradualmente il suo portafoglio di fondi negoziati in borsa (Etf) che investono in obbligazioni societarie.
Si tratta del primo segnale di tapering. Il prossimo potrebbe essere una mossa sui tassi, quello che la finanza teme. Mercoledi' il presidente della Fed di Filadelfia, Patrick Harker, ha ripetuto il mantra ("tassi bassi a lungo") ma ha accennato, e non e' il primo, al fatto che "potrebbe essere il momento di iniziare a pensare alla riduzione dei nostri acquisti mensili di obbligazioni del Tesoro e di titoli garantiti da ipoteca da 120 miliardi di dollari". E sempre nei giorni scorsi nel Beige Book della Fed c'era scritto che "le pressioni sui prezzi sono aumentate ulteriormente e guardando avanti si prevedono nuove pressioni sui prezzi".