Economia

Pil, Ocse: "Debito italiano sostenibile. Usare il Mes, condizioni adeguate"

Balzo indietro di 30 anni per il Pil procapite 2020 in termini reali. L'Economic Outlook semestrale dell'Ocse sull'Italia

Una caduta del Pil italiano dell'11,3% nel 2020 se verranno evitate recrudescenze dell'epidemia di coronavirus ma che comunque porterà il reddito procapite in termini reali indietro di quasi 30 anni. Un crollo del 14% se più avanti nell'anno ci sarà una seconda ondata di contagi. Questo il doppio scenario prospettato per la Penisola dall'Economic Outlook semestrale dell'Ocse, il più pessimistico tra le previsioni diffuse finora dalle istituzioni nazionali e internazionali. Per il 2021 le stime puntano a un rimbalzo del Pil del 7,7% nel primo caso, del 5,3% nel secondo e quindi in entrambi gli scenari l'output italiano alla fine del 2021 sarà inferiore a quello ante-crisi.

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"La produzione industriale italiana può ripartire rapidamente dal momento in cui sono state tolte le misure di confinamento, ma il turismo e molti altri servizi si riprenderanno più lentamente, pesando sulla domanda", rileva l'Ocse. Le misure governative di sostegno al reddito dei lavoratori e alla liquidità delle imprese sono "necessarie per attenuare l'impatto della crisi", ma implicano un aumento del già elevato debito pubblico, che è previsto al 158,2% nello scenario "migliore" (dal 134,8% del 2019) e al 169,9% in quello peggiore. Per il 2021 è attesa una discesa del debito/Pil al 152,2% e al 165,5% rispettivamente. Il deficit è stimato in aumento all'11,2% nello scenario più favorevole, al 12,8% nell'altro, con una discesa al 6,8% e al 9,7% nel 2021 nei due casi.

Il debito pubblico italiano, che a causa della crisi potrebbe arrivare a sfiorare il 170% del Pil, è sostenibile si chiede Tim Bulman, l'economista a capo del desk Italia all'Ocse? "Il debito sale così tanto perchè c'è una caduta del Pil nominale causata da uno shock temporaneo sull'attività, nel 2021 c'è un miglioramento man mano che l'attività riparte. L'aumento del debito è, comunque, necessario per contrastare gli effetti dello shock. Se non ci fosse questa volontà di utilizzare il bilancio, le risorse pubbliche, per attenuare le ricadute del lockdown, rafforzare il sistema sanitario e sostenere i redditi, nel lungo termine le conseguenze dello shock sarebbero ancora maggiori e sarebbe minore la capacità di rimborsare il debito in futuro", spiega l'economista, rilevando poi che il debito è sostenibile se l'Italia può continuare a finanziarsi a tassi ragionevoli, come avviene ora grazie alla Bce".

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"Il modo migliore per ridurre il debito - aggiunge Bulman - resta, d'altro canto, quello di alzare il livello del Pil" e "anche se ci sono grandi sfide a lungo termine, ci sono politiche e riforme che migliorerebbero le prospettive di crescita dell'Italia, come ad esempio un maggiore partecipazione al lavoro, in particolare delle donne e al Sud". Con le giuste riforme, insomma, il debito è più sostenibile, è il messaggio. In questa situazione, insiste l'economista, "deficit e debito sono necessari per quest'anno e il prossimo per sostenere la domanda e gli investimenti, ad esempio nelle infrastrutture. Ci sono molti progetti, molte cose in Italia che potrebbero sostenere la domanda".

Riguardo ai decreti messi in campo, l'Ocse riconosce all'Italia di aver "reagito rapidamente di fronte all'epidemia", con le prime misure fin da gennaio, rilevando che i 3 pacchetti anti-crisi approvati dal Governo finora prevedono misure pari al 4,2% del Pil 2019. Le misure di emergenza sono "giustificate" e dovrebbero essere associate a rinnovati sforzi per un"'ambizioso programma di riforme strutturali". Il rischio maggiore per l'Italia, oltre a quello posto nel breve termine dalla pandemia, riguarda la "forza e la sostenibilità della ripresa".

Il turismo, in particolare, è molto vulnerabile a una crisi prolungata e rischia di diventare più debole nel medio termine, anche perchè sono le piccole imprese a dominare il settore. Ma anche il manifatturiero, che vede molte imprese specializzate in beni ad alto valore aggiunto, puo' essere piu' esposto alla crisi a fronte di un calo globale di redditi e investimenti. Aziende e banche italiane, comunque, sono entrate in questa crisi in forma migliore rispetto al passato, ma la recessione mette in evidenza i loro punti di fragilità finanziaria, come l'esposizione delle banche ai titoli di Stato e soprattutto una seconda ondata epidemica aumenterebbe il rischio dei crediti deteriorati.

"Togliere troppo presto il supporto fiscale" rischierebbe di far aumentare i fallimenti, indica l'Ocse. Ma aumentare il sostegno "con misure inefficaci o più a lungo del necessario" finirebbe per aumentare il peso del debito e le sfide che pone all'economia senza dare un sostegno reale all'attività. Tra i consigli dell'Organizzazione c'è quello di semplificare e migliorare l'accesso ai programmi di sostegno al reddito, come il Reddito di Cittadinanza, per evitare l'aumento della poverta' e quello di rafforzare il programma Gacs se gli Npl inizieranno ad aumentare. Mettere in pratica la nuova legge sui fallimenti aiuterebbe, poi, a fare sì che le aziende vitali siano ristrutturate e non liquidate. 

Infine, per il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria "l'Italia dovrebbe fare ricorso al Mes, perchè ne ha bisogno, le condizioni sono assolutamente adeguate". "Il mio Paese, il Messico, ha appena ottenuto un miliardo di dollari dalla Banca Mondiale per questo. Sono facility fatte per rafforzare il sistema sanitario", ha aggiunto Gurria, sottolineando che il Mes "fa parte della solidarietà europea".