Economia

Pirelli e Fca corrono in borsa approfittando della debolezza tedesca

Luca Spoldi

Mors tua vita mea? Qualcuno deve averlo pensato oggi a Piazza Affari, visto che dopo il “profit warning” del produttore di pneumatici tedesco Continental, che ha avvertito che anche il secondo semestre dell’anno sarà più debole di quanto sinora atteso, sia Pirelli & C., diretto concorrente, sia, anche se in misura minora, Fiat Chrysler Automobiles, produttore automobilistico in concorrenza coi marchi tedeschi, principali clienti di Continental, hanno registrato robusti rialzi delle quotazioni, rispettivamente attorno all’8% e al 3%.

In realtà Fca sembra essere salita più sulla notizia dell’acquisizione di una partecipazione del 5% in Daimler da parte del gruppo cinese Beijing Automotive Group, notizia che conferma l’interesse per il mercato europeo da parte dei gruppi automobilistici emergenti, nonostante il brusco rallentamento delle vendite visto in giugno. Come dire che il discorso “risiko” è tutt’altro che accantonato e la stessa ipotesi di un matrimonio a due (o a tre) tra Fca e Renault (ed eventualmente Nissan) potrebbe, nonostante tutto, tornare d’attualità.

Più istintiva la reazione su Pirelli & C., reduce da alcune sedute sottotono e rimbalzata in scia al recupero dello stesso Continental, dopo che i primi commenti al “warning” sono apparsi non così negativi, essendo di fatto il taglio degli obiettivi per il secondo semestre già incorporato nelle stime di mercato. Come dire che negli scorsi giorni chi vendeva il titolo Pirelli già si attendeva segnali di un deciso peggioramento dello scenario per la seconda parte dell’anno in Europa e nel “warning” di Continental ha trovato sì una conferma, ma tutto sommato ha potuto tirare il fiato perché non è stato peggiore di quanto si pensasse.

Con l’8% di recupero odierno, del resto, il titolo Pirelli & C. si limita a recuperare le perdite dell’ultima settimana, ma resta ampiamente al di sotto dei livelli a cui oscillava solo 12 mesi fa a Piazza Affari. Ciò nonostante non tutto è oro ciò che luccica: la revisione delle stime di Continental è infatti stata decisa alla luce del continuo calo dei volumi che sta interessando il mercato auto mondiale, ora visto in calo del 5% nel corso del 2019 rispetto a una precedente previsione (di Continental) di un andamento in linea col 2018.

Inoltre, come notavano stamane gli analisti di Websim in una nota a caldo, al di là di alcuni fattori “company specific” e voci straordinarie, “il taglio delle indicazioni da parte di Continental non è una buona notizia per il settore pneumatici e mostra i primi segnali che la seconda parte dell’anno continuerà ad essere negativa, nonostante le indicazioni che in precedenza puntavano ad una crescita”.

Colpa, in primis, della decisione di decretare la morte delle motorizzazioni diesel dopo gli scandali degli ultimi anni legati alle misurazioni “truccate” delle emissioni da parte di alcuni tra i maggiori produttori come Volkswagen e Bmw (ma anche Fca). Una decisione presa prima che fossero disponibili sul mercato alternative concrete, visto che l’auto elettrica a parole piace a tutti ma nei numeri resta una nicchia dai volumi molto modesti.

E visto che la situazione difficilmente potrà cambiare in misura significativa nei prossimi 3-5 anni, grandi motivi per festeggiare come fatto oggi dai principali titoli del comparto auto e componentistica non ve ne sono. Ciò nonostante gli analisti tecnici hanno subito rivisto le strategie di brevissimo periodo suggerendo di tornare a comprare Pirelli in vista di un possibile rimbalzo almeno sino in area 6,3/6,4 euro per azione, equivalente a un potenziale rialzista di quasi il 15%. Abbastanza per trasformare Pirelli & C. nel “titolo dell’estate”, forse.