Economia
Pmi italiane, è l'ora della dematerializzazione
Se ne parla da tempo, ma ormai sembra proprio che la dematerializzazione di procedure e pratiche sia un passaggio obbligato per le imprese
Il Piano Industria 4.0, con uno stanziamento di 13 miliardi di euro da parte del Governo per sviluppare il piano Calenda, è solo l'ultimo tassello del percorso che dovrebbe spingere a una accelerazione della digitalizzazione del tessuto imprenditoriale del nostro Paese. Negli ultimi anni, lo Stato è intervenuto in maniera diretta per facilitare questo processo, attraverso azioni come l’Agenda Digitale, nuove normative e l'obbligo della fatturazione elettronica, tracciando la strada che imprese italiane e Pubblica Amministrazione dovrebbero seguire.
Recuperare terreno. Gli investimenti italiani degli ultimi periodi superano quelli delle altre nazioni europee, e potrebbero rappresentare la chiave di volta per recuperare un divario "storico" rispetto a nazioni più digitalizzate, come i Paesi scandinavi, dando una spinta alla digitalizzazione del nostro Paese.
I vantaggi per le imprese. Se dal punto di vista del sistema-Paese non è più rimandabile la rincorsa all'obiettivo fissato dall'Europa, per le imprese i vantaggi della dematerializzazione sono numerosi, anche se spesso poco noti: si parte con un immediato risparmio di denaro, si passa per un più veloce accesso alle informazioni e si prosegue con una maggiore facilità di trasmissione di atti e documenti a tutti gli attori della filiera produttiva e agli stakeholder.
Benefici pratici della digitalizzazione. Ma entrando ancora nel dettaglio dei benefici, bisogna ricordare anche il miglioramento della condivisione delle informazioni all’interno dell’azienda, grazie ai nuovi strumenti che consentono di automatizzare i processi di lavoro e monitorare le varie fasi del suo svolgimento, con possibilità di verificare in corso d'opera l'attuazione delle operazioni e la valutazione dei costi e dei tempi del progetto (e di scoprire, inoltre, punti di interruzione o possibili rallentamenti, così da correggerli senza influire sul risultato finale).
I sistemi di gestione. Allo stato attuale, però, la situazione presenta una forte dicotomia: da un lato ci sono aziende che presentano un basso livello di automazione, mentre dall'altro lato ci sono delle avanguardie, che invece utilizzano sistemi di ultima generazione. Una sponda utile arriva anche dalle società specializzate come Danea che mette a disposizione delle Pmi diversi software gestionali, pratici supporti che consentono di amministrare spese e fatture per professionisti e imprese.
Coinvolgere le Pmi. Se fino a qualche anno fa la digitalizzazione era percepita come vantaggiosa solo dalle realtà medie e grandi (che avevano maggiori disponibilità economiche), infatti, lo sviluppo di nuove tecnologie e sistemi ha consentito alle imprese più piccole di abbracciare la trasformazione digitale, democratizzando (per così dire) l’innovazione. È un passaggio chiave per rendere davvero competitivo il Paese, visto che più del 90% del tessuto imprenditoriale italiano è rappresentato proprio da Pmi, nella maggioranza dei casi costituite da imprese individuali o lavoratori autonomi.
I punti da correggere. La rivoluzione digitale, soprattutto nella fatturazione, potrebbe infatti consentire di superare alcune criticità "tipiche" del sistema italiano, in particolare relative a tempi di pagamento, trasparenza ed efficienza. Non va dimenticato infatti che oggi i tempi medi di pagamento della Pubblica Amministrazione in Italia sono di 131 giorni, contro una media europea che invece si ferma a 36 giorni (meno di un terzo), né che la Banca Mondiale ci relega agli ultimi posti in Europa in quanto ad attrattività nell’avviare iniziative di business e ore necessarie per essere conformi alle disposizioni fiscali.