Economia

Pnrr e budget da 500 miliardi di euro: come lo Stato può tagliare le tasse

L'opinione di Ezio Pozzati

Quanto serve allo Stato per far fronte alle necessità e ridurre le imposte? Un budget da 500 mld che diventerebbe un volàno per l'economia

Più aiuti a famiglie e imprese e taglio drastico delle imposte: la proposta 

Ho avuto l’opportunità di frequentare un corso alla Bocconi di Milano che aveva per tema la contabilità nazionale dello Stato Italiano. Ciò ha agevolato moltissimo l’analisi che sto per proporVi.  Quanto serve alla Stato Italiano per far fronte alle necessità della famiglie, delle aziende, del territorio, dello sviluppo, della ricerca, della salute e per una drastica riduzione delle tasse dirette ed indirette nei prossimi anni? Sono giunto alla conclusione che un budget di 500 (cinquecento) miliardi sarebbe sufficiente, ma solo se ben programmato e ben indirizzato (abbiamo sempre peccato in questo).

Suddivisi come? 260 miliardi destinati alle famiglie con l’obbligo di spenderli e 240 miliardi alle aziende calcolati su precisi parametri compresi fra gli anni 2021/22. Perché una cifra così importante? Per il semplice motivo che se viene pianificato in un arco temporale di un quinquennio tutto ciò lo si rende fattibile. Burocrati e approfittatori permettendo, ma anche per loro ho studiato come aggirare eventuali ostacoli.

In pratica si tratta di fare un unico sforzo che ci permetta di avviare un volàno da destinare tutto e direttamente all’economia domestica. Per giungere a questa conclusione ho dovuto ripassare gli scritti di tre autori a me molto cari: Richard Cantillon (padre dell’economia politica), John Maynard Keynes (padre della macroeconomia) e Irving Fisher (economista e statistico ideatore della parola reflazione). La reflazione, altro non è che lo stimolare l’economia aumentando l’offerta di moneta e riducendo le tasse.

Alla base di tutto ciò c’è la moneta che dev’essere circolante, tracciabile e veloce nel suo scambio. Per gli addetti ai lavori faccio riferimento alle teorie del Cantillon e di Fisher ai quali va aggiunto il moltiplicatore ideato da Richard Kahn e ampiamente trattato dal Keynes sulla ricaduta che tale investimento può produrre. L’effetto, in questo caso, fornisce un risultato a tredici cifre … circa 2,5 volte il Prodotto Interno Lordo (1,781 mld).

Sembra utopia, ma è perfettamente realizzabile. A scanso di equivoci mi permetto di dire che non è in contrapposizione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Potrebbe avere delle controindicazioni? Come in tutte le iniziative vi possono essere anche dei risvolti non favorevoli, ma sono certamente gestibili e risolvibili, comunque possiamo fare un passo alla volta?

Ecco le domande di rito: dove li prendi i 500 miliardi necessari? Rispondere con un’altra domanda non è molto elegante, ma questa volta è d’uopo: e se fosse molto semplice raccoglierli senza incidere sul debito pubblico, questa proposta potrebbe essere presa in considerazione? Chiudo riproponendo un mio paradosso: non esistono problemi senza soluzioni, non esistono soluzioni senza problemi.