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Economia
Pop Sondrio è spa. Il Ceo: "Non solo M&A". Revisione del piano entro marzo
Mario Pedranzini

Il credito valtellinese diventa spa. Venosta: "Al momento non ci sono  interlocutori per M&A"

La Banca Popolare di Sondrio diventa una società per azioni. L'assemblea dei soci ha decretato il passaggio ufficiale con il 96% dei "sì": 2.517 soci su 2.610 partecipanti hanno votato a favore, mentre i contrati sono stati 38, gli astenuti 39 e i non computati 16. Si tratta, sottolinea una nota, "di un passaggio storico per la Banca Popolare di Sondrio", reso necessario dalla legge di riforma delle Popolari del 2015, che comporta un "cambiamento fondamentale nel processo di governo aziendale e sancisce l'abbandono del mondo cooperativo nel quale la banca è nata e si è sviluppata nei suoi 150 anni di storia". 

"Per noi e per tutti coloro che hanno fin qui sostenuto la banca è motivo di orgoglio esserci presentati all'appuntamento odierno potendo vantare una lunga storia di crescita organica equilibrata e profittevole, che ha contribuito allo sviluppo dei territori nei quali ci siamo nel corso del tempo insediati, coprotagonisti della crescita sociale ed economica delle comunità di appartenenza", ha commentato il presidente Francesco Venosta.

Nel nuovo statuto, ha rimarcato Venosta, "viene riaffermato che la banca, nel perseguire l'obiettivo della creazione di valore in un orizzonte di medio-lungo periodo, tiene particolarmente in considerazione, in sintonia con la tradizione del credito popolare, le esigenze delle famiglie, delle piccole e medie imprese, delle cooperative e degli enti pubblici e privati, con una peculiare attenzione ai territori serviti, a partire da quelli di origine della Valtellina e della Valchiavenna". 

Dopo il sì dell'assemblea, il credito valtellinese guidato dal presidente Francesco Venosta e dal direttore generale Mario Pedranzini, rimasti in carica anche con il passaggio alla Spa, si prepara quindi ad accettare il "rischio" di guardare al futuro e alle conseguenze che la trasformazione porta con sè.

La partita del terzo polo bancario italiano insieme a Bper e Carige, così come gli interessi dell'azionista di peso nel capitale della banca, sono elementi con cui si dovrà fare i conti. La Unipol di Carlo Cimbri, oggi al 9% del capitale, primo socio anche di Bper, non hai mai fatto mistero del suo interesse per la possibile candidata al terzo polo. Sottolineando però di non  "voler fare alcun blitz nel capitale". 

Per ora però i diretti interessati, Venosta e Pedranzini, gelano la possibilità di considerare Bper e Unipol interlocutori privilegati. "Interlocutori per possibili operazioni di M&A al momento non ne abbiamo, figuriamoci interlocutori privilegiati. Staremo a vedere cosa succede", ha dichiarato il presidente Venosta. "Noi abbiamo solo il desiderio di chiarire che qualunque cosa succeda nel futuro, e tante cose possono succedere al di fuori delle nostre possibilità di intervento, ci si trova con una banca solida e ben gestita, che in 150 anni non ha mai registrato un euro di perdita", ha continuato Venosta

"Siamo tranquilli sul nostro operato e abbiamo ragione di confidare che tanti saranno disposti a rendersi conto che in questa banca ci sono dei valori che meritano di essere conservati". "Speriamo che i valori che ci hanno ispirati vengano mantenuti anche per il futuro", ha proseguito il presidente del credito valtellinese Venosta. E sulla creazione di patti parasociali tra gli azionisti ha precisato: "I patti parasociali li fanno i soci tra loro - ha detto ancora -, ma c'è qualche motivo per confidare che molti soci che hanno sostenuto la banca finora continuino a sostenerla rendendosi conto dei valori che questa banca incorpora". 

Sulla stessa scia anche il consigliere delegato dell'istituto Mario Pedranzini: "La Banca Popolare di Sondrio ha tutti i conti a posto, è profittevole, ha sempre portato avanti strategie innovative, si e' sempre adeguata al cambiamento. Anche per il futuro sarà nostro dovere, se saremo sostenuti dalla base sociale, esplorare tutte le opportunità che il mercato può offrire, che non sono necessariamente quelle di M&A e di accorpamenti con altre banche", ha dichiarato nel corso della conferenza stampa successiva all'assemblea.

Pedranzini ha ricordato che la legge di riforma delle Popolari è  stata approvata in un altro contesto, in cui "molte banche erano in difficoltà e l'M&A è stata conseguenza di una difficile situazione contingente".  "Fortunamente oggi la situazione è cambiata - ha notato - e siamo in una situazione in cui la banca è sana". 

Per quanto riguarda Unipol, primo azionista dell'istituto del credito valtellinese con circa il 9% del capitale, "abbiamo un rapporto ultradecennale di collaborazione industriale. Siamo partner in Arca Vita, abbiamo lavorato bene nell'interesse della bancassicurazione e questo è quanto", ha dichiarato il consigliere delegato della Banca Popolare di Sondrio, Mario Pedranzini, commentando i rapporti con la compagnia bolognese. "Unipol per noi è socio estremamente rilevante e prima ancora è un soggetto industriale di grandissima qualità e standing con cui la banca ha rapporti di collaborazione da lungo tempo", ha notato da parte sua il presidente Francesco Venosta.

(Segue la revisione del piano industriale entro marzo 2022...) 

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