Economia
PopBari, Banca d'Italia si difende: "Lettere al Governo da febbraio"
Via Nazionale sul commissariamento della Popolare pugliese: "Liquidarla? Per il Fidt (e le banche) costerebbe 4,5 miliardi"
Banca d’Italia prima difende la scelta del commissariamento e dell’intervento di sistema per la Popolare di Bari. Poi non ci sta a finire sul bancone degli imputati (soprattutto ad opera del M5S e di Italia Viva) per la crisi del più grande istituto di credito del Sud e rende note date degli alert inviati a Governo e presidenza della della Repubblica. Con una lunga nota sul caso, l’istituto guidato da Ignazio Visco spiega infatti che se non si intervenisse con un salvataggio di sistema dopo il commissariamento e si optasse per una liquidazione della Popolare di Bari, ”le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale".
La liquidazione, fanno sapere i tecnici di Palazzo Koch, implicherebbe innanzi tutto l'azzeramento del valore delle azioni che esacerberebbe il contenzioso legale con i soci, già elevato a motivo delle modalità di collocamento degli aumenti di capitale 2014-15 (circa 550 milioni e quasi integralmente sottoscritti da clientela al dettaglio) e subirebbero la stessa sorte anche i prestiti subordinati (circa 290 milioni, di cui 220 milioni collocati a clientela al dettaglio).
Il conto per tutte le banche italiane consorziate nel Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt), indica Banca d'Italia, sarebbe di circa 4,5 miliardi (la massa dei depositi protetti fino a 100 mila euro a testa per titolare di conto corrente) a fronte di una dotazione finanziaria del Fondo che a dicembre 2019 sarà pari a 1,7 miliardi.
"Ciò implicherebbe - conclude via Nazionale - l’esigenza di attivare integralmente il finanziamento per 2,75 miliardi sottoscritto nell'agosto 2019 dal Fitd con un pool di banche. Per la restituzione del finanziamento potrebbe essere necessario il ricorso a contribuzioni straordinarie a carico del sistema bancario, che determinerebbero perdite significative”.
Palazzo Koch rivela che l'aggravamento della situazione della Popolare di Bari era stato portato all'attenzione del Governo (gialloverde, ndr) già dallo scorso mese di febbraio e che anche che i rapporti con la Consob, in questo caso, sono stati numerosi: "Nel corso del periodo descritto (dal 2010) - dice la nota - continui sono stati gli scambi informativi con la Consob, documentati in numerosi resoconti di incontri e in una ventina di lettere formali. Numerose e continue sono state inoltre le interlocuzioni anche con l'autorità giudiziaria”.
L'aggravamento della situazione aziendale del gruppo pugliese "è stato più volte portato all'attenzione anche del Ministro dell’Economia (con lettere del 27 febbraio, 3 maggio, 2 ottobre e 26 novembre 2019)”. Lo schema che si adotterà per il salvataggio di PopBari rispecchia quello adottato per Banca Carige (commissariamento più rafforzamento ad opera del Fidt e poi investimento di un soggetto bancario): l'istituto è stato commissariato venerdì e nel week end il Governo ha varato uno stanziamento fino a 900 milioni di euro che consentirà a Mediocredito Centrale, istituto a controllo pubblico, di intervenire sulla banca pugliese insieme al Fondo interbancario.
Il consiglio di quest'ultimo, secondo quanto riportato da Radiocor, si riunirà venerdì per esaminare il dossier Bari: entro fine anno dovrebbe essere deliberato un intervento da almeno 100 milioni che, unito a quello del Mediocredito, servirà a risollevare i requisiti patrimoniali dell'istituto. "Le dimensioni della Popolare pugliese sono limitate sia in termini assoluti (340 sportelli, totale attivo 14 miliardi, 8 miliardi di depositi) che relative, anche se all'istituto fa capo il più ampio franchise bancario del sud" sottolineano gli analisti di Equita Sim che invece ipotizzano un intervento da 500 milioni per il Fitd.
Intanto, il nuovo caso creditizio nazionale non scuote in Borsa il comparto bancario e anche l'andamento dei titoli di Stato è all'insegna della stabilità: l'indice Ftse Italia Banche infatti al contrario sale a un ritmo maggiore rispetto a quello del Ftse Mib (+0,85% contro +0,65%) e riavvicina i massimi da settembre 2018 toccati gia' giovedi' scorso, mentre i Btp a 10 anni hanno un rendimento dell'1,27% allineato a quello di venerdì cosi' come si mantiene invariato (a -0,08%) il rendimento della scadenza a due anni.
Sul Ftse Mib le migliori sono Finecobank (+1,7%) e Intesa Sanpaolo (+0,9%) mentre fuori dal paniere delle big si mettono in evidenza Ifis, Profilo e Banco di Sardegna.