Economia

PopVicenza, le donazioni per occultare i beni. Le manovre degli ex consiglieri

Le donazioni sono tutte successive al 22 settembre del 2015 quando emergono le indagini della procura di Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza

Gli ex vertici della Popolare di  Vicenza allo scoppio della crisi delle banche venete avrebbero  cercato di liberarsi o occultare i propri patrimoni elargendo  donazioni, trasferendo proprieta' e quote in fondi patrimoniali.  Lo rileva oggi il Corriere della Sera sottolineando che la  ricerca di mettere al sicuro i propri beni 'eventualmente  'aggredibili' dalla magistratura, sarebbe avvenuta tra il 2015 e  quest'anno.  L'elenco delle 'donazioni' ricostruito dal quotidiano e'  piuttosto corposo e sono tutte successive al 22 settembre del  2015 quando l'indagine della procura di Vicenza per aggiotaggio  e ostacolo alla Vigilanza emerge con una perquisizione alla  Popolare vicentina e l'iscrizione sul registro degli indagati  del presidente Gianni Zonin.

Il 4 dicembre dello stesso anno il  consigliere Marino Breganze dopo aver ceduto le sue abitazioni  di Verona avrebbe venduto anche i suoi terreni sempre nella  provincia scaligera.  L'antivigilia di Natale il consigliere Andrea Monorchio  avrebbe donato ai figli beni che possedeva a Roma. Il 30  dicembre Maurizio Stella avrebbe venduto un immobile all'Ulss di  Vicenza rendendo beneficiari del patrimonio i figli e la moglie.  Il 1 gennaio del 2016 sarebbe proprio Zonin che dona al figlio  parte dei beni immobili cedendo il restante il 13 maggio alla  moglie.

Strade che seguono sempre piu' frequentemente anche altri  consiglieri tra cui, Roberto Zuccato che il 9 agosto 2017  avrebbe posto un'ipoteca da 250 mila euro sugli immobili di  proprieta' a Schio e Venezia. In precedenza, il 16 marzo 2016  Maria Carla Macola avrebbe donato due appartamenti di Belluno ai  figli e avrebbe successivamente venduto tra agosto e ottobre la  sua parte di un'azienda agricola. 

Tutte scelte che probabilmente potrebbero non bastare,  secondo gli inquirenti, a salvare gli interessati poiche' nella  cessione delle banche venete a Intesa San Paolo, firmata il 26  giugno scorso, si specifica che restano esclusi dalla cessione  stessa 'i diritti e le azioni di responsabilita' e risarcitorie  promosse promosse dagli organi sociali' delle banche stesse.  Tocca ora ai liquidatori della BpiVi, chiedere il sequestro  cautelativo dei beni dei 32 amministratori di Vicenza. Per ora  non hanno chiesto tuttavia sequestri cautelativi che sventino i  tentativi di disfarsi di grandi patrimoni.