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Economia

"Da pochi giorni abbiamo inviato alla Bce il business plan a supporto del progetto di fusione tra i due istituti: ora aspettiamo il confronto con la vigilanza bancaria europea da cui emergera' il definitivo fabbisogno di capitale necessario al rilancio delle due banche". Lo dice in un'intervista al Sole 24 Ore Fabrizio Viola, Ad della Popolare di Vicenza, aggiungendo che "a quel punto" si valutera' "se sara' necessario l'intervento precauzionale dello Stato nel capitale di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Ovviamente il mio auspicio e' che la banca resti privata e che Atlante mantenga la posizione di azionista di maggioranza".

"Il nostro obiettivo e' di costruire una banca solida con profilo 'regionale' concentrata su pmi e famiglie", spiega. Il salvataggio e rilancio di Popolare Vicenza e Veneto Banca e' una "operazione possibile, altrimenti non avrei accettato l'incarico", afferma, "ma dall'esito non ancora scontato". "Entro settembre bisogna realizzare fusione e aumento di capitale, seguiti dalla cessione degli Npl". "Quando ho accettato questa avventura non avevo messo in conto un intervento dello Stato nel capitale delle due banche", sottolinea Viola, in una intervista al Gazzettino. "Con Atlante avevamo un progetto diverso, su base privatistica, che prevedeva anche l'ingresso di fondi stranieri di private equity. Non dico che quella ipotesi sia definitivamente chiusa, ma certo le prospettive oggi sono molto cambiate".

La probabilita' che lo Stato entri nel capitale della nascente 'nuova' banca veneta "e' elevata", rimarca, "il tema oggi e' capire se la presenza dello Stato sara' totalitaria o parziale. E naturalmente le due opzioni aprono scenari tra loro molto diversi. Piu' e' alto il fabbisogno finanziario necessario per consentire al soggetto che nascera' dalle due banche di operare, maggiore sara' il peso dello Stato".

Cosa cambiera' con l'ingresso dello Stato "e' troppo presto per dirlo. Ma e' certo che chi pensa che con l'intervento pubblico l'offerta di risarcimento del 15% aumentera' e che quindi non e' il caso di aderire alla nostra offerta, fa un calcolo del tutto sbagliato. Le regole europee non lo consentono in alcun modo. Anzi forse e' bene che i soci abbiano chiara una cosa: per la creazione della nuova banca e' fondamentale il successo dell'offerta transattiva. Se non si riduce drasticamente il rischio legale, il rischio vero e' che salti tutta l'operazione e non nasca la nuova banca".

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