Economia

Prodi: ‘Patto di stabilità stupido, dobbiamo abiurare il pareggio di bilancio’

Il patto di stabilità era “stupido”, e inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è stata una sciocchezza, la Germania l’ha abiurato, dovremmo farlo anch

L'intervista a Romano Prodi

Romano Prodi a tutto campo: «Serve un vaccino economico. La Germania ha abiurato la dottrina del pareggio di bilancio, che quando ero Presidente della Commissione definii “stupida”. Facemmo una sciocchezza ad inserirlo nella nostra Costituzione. Per l’Italia è urgente una riforma fiscale per favorire le imprese. Io fui il privatizzatore, ma oggi non siamo più nel liberismo assoluto che molti ancora anacronisticamente propugnano, ora è giusto che lo Stato intervenga come fa un pompiere per domare un incendio».

L’ex premier Romano Prodi ha rilasciato una lunga intervista esclusiva al Think Magazine Riparte l’Italia.

Patto di stabilità e pareggio di bilancio

La prima osservazione del professor Prodi ha riguardato il modo con cui l’Europa ha affrontato questa crisi. «L'Europa che fino a un mese fa dicevamo essere immobile si è attivata in maniera importante. Persino dalla Repubblica federale tedesca sono arrivati segnali di un cambiamento epocale: la Germania ha abiurato la dottrina del bilancio in pareggio.

Quando ero Presidente della Commissione ho avuto più volte modo di affermare che il patto di stabilità era "stupido": quando ci vuole un deficit ci vuole un deficit e, viceversa, se la situazione è attiva occorre avere un attivo. Porre la questione in termini aritmetici non mi è mai sembrato sano. Di contro, il discorso da parte dei tedeschi era sempre stato quello per cui il pareggio di bilancio era «sacro», al punto di elevarlo a principio di rango costituzionale. Abbiamo fatto una sciocchezza a inserirlo anche noi.

Ecco perché il cambiamento tedesco è storicamente importante ed è ciò che mi induce ad essere – come ho esordito nella risposta alla prima domanda – un po’ meno pessimista sulla possibilità di gestione della crisi».

Piano Colao e riforma fiscale

Per quanto riguarda l'Italia, «il nostro Governo, seppur con le limitazioni derivanti dal nostro debito e dalla nostra gestione finanziaria, lavora nella stessa direzione dell'Europa e degli altri Paesi colpiti: cioè mette sul tavolo potere d’acquisto. […] Io penso che occorra mandare al mondo finanziario ed alle istituzioni europee un messaggio chiaro nel senso che l'Italia intende mettersi in equilibrio per sempre».

In questo quadro si inseriscono le 102 proposte di Colao: «Delle 102 proposte della commissione Colao – senz'altro apprezzabili ed interessanti nel loro insieme, io credo che il Governo ne debba individuare due o tre alle quali dare la priorità, per poi valorizzare le altre. L'attenzione deve essere, a mio avviso, focalizzata in via assolutamente prioritaria sulle misure fiscali».

L'intervista è il frutto di una lunga conversazione che Romano Prodi ha avuto con il professor Luigi Balestra, il presidente del comitato di indirizzo dell'Osservatorio Riparte l’Italia che coordina il Think Magazine insieme al giornalista Giuseppe Caporale, ideatore del progetto culturale.

L'intervento dello Stato

Prodi ha toccato diversi altri punti importanti, quali la riforma fiscale: «Quello che, a mio avviso, in questo momento, è prioritario, - ha commentato l’ex premier - è un abbassamento della pressione fiscale che sia di rilancio all’economia, quindi un aiuto alle imprese, nelle diverse forme possibili: cuneo fiscale, intervento sull’IRAP, e così via», e l’intervento pubblico nelle aziende: «Io sono stato il privatizzatore […] non si può negare un intervento pubblico, fermo restando che la presenza dello Stato deve essere di carattere non gestionale, diretta a difendere gli interessi basilari del Paese e la sicurezza del futuro».

Rispetto alle città del domani, il ruolo e i compiti degli amministratori locali per il futuro sono di «fare rete, perché una sfida continua è lavorare assieme, - ha concluso Romano Prodi - la soluzione è fare sistema».