Economia
Quota 100, Inps e pensioni "a sbafo". Lettera aperta a Elsa Fornero
Lettera aperta scritta alla Prof.ssa Fornero
Di Giuliana Tofani Rossi
Prof.ssa Elsa Fornero,
Ho letto su “Il Foglio” di sabato 21 settembre il Suo articolo “Perché abolire la quota 100”, con il quale lancia i Suoi strali su quota 100 e sulle pensioni retributive.
Prof.ssa Fornero, forse a Lei è sfuggito che, nella repubblica democratica fondata sul lavoro , i contributi trasferiti all’INPS, variano dal 30 al 35 per cento dello stipendio lordo dei lavoratori dipendenti. Per i lavoratori in proprio le aliquote sono più basse, ma sempre importanti.
C’è anche un altro particolare non trascurabile: per avere la pensione occorre aver versato almeno 20 anni di contributi, altrimenti si perde tutto.
INPS è l’acronimo di ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE. Se è un istituto di previdenza, finanziato con i salatissimi contributi dei lavoratori, chiedo a Lei, che è stata Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, perché l’INPS paga circa una dozzina di pensioni assistenziali, a cui, si è aggiunto il reddito di cittadinanza?
A mio modesto avviso le pensioni sociali e assistenziali devono essere a carico della fiscalità generale e gestite da un altro ente, perché le sedi e il personale INPS sono pagati dai lavoratori e non dalla fiscalità generale. Invece l’INPS paga i patronati per ogni domanda di pensione ricevuta.
L’Istituto possiede un immenso patrimonio immobiliare che, se gestito bene, avrebbe dovuto garantire il pagamento delle pensioni, ma così non è. Come mai? Dimenticavo: questa è la repubblica democratica fondata sul lavoro!!!
Dunque, secondo Lei, la pensione retributiva sarebbe una sorta di “regalo ai lavoratori”? I regali fatti ai lavoratori se permette, sono altri:
1 ) L’INPS, oltre alle pensioni con metodo contributivo e retributivo, elargisce pensioni con “metodo a sbafo”. Ci sono politici e sindacalisti parassiti che, oltre al VITALIZIO godono della pensione pagata con i contributi figurativi, cioè i contributi dei lavoratori italiani.
2) L’INPS paga la pensione sociale ai genitori dei lavoratori extracomunitari, che, in teoria , dovrebbero risiedere in Italia, ma, in realtà, vivono agiatamente nei loro paesi.
3)L’ARS , Assemblea Regionale Siciliana, dal 1947, concede il vitalizio ereditario, nel senso che, morto l’onorevole, il vitalizio va in eredità a coniugi, figli, e fratelli .
Prof.ssa Fornero, a proposito di quota 100, permetta che Le racconti la storia di due lavoratori italiani di mia conoscenza. M. di Sanremo ha lavorato 37 anni in proprio. Ha perso il lavoro, ma non ha avuto la pensione a causa della riforma Fornero. Per qualche anno, è andato avanti con i suoi risparmi e quando li ha terminati, voleva farla finita. Fortunatamente un amico lo ha salvato e adesso è in attesa di pensione con quota 100.
U. è un padre di famiglia di Torino, è stato messo in mobilità, e ha accettato per aiutare la figlia disabile in carrozzella. Purtroppo non ha più trovato lavoro e la famiglia vive con il modesto stipendio della moglie e la pensione della ragazza. La sua unica speranza è di ricevere la pensione con quota 100 .
Quando l’INPS si chiamava “ Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale” riceveva dallo Stato 100 lire per ogni nuovo pensionato, i contributi previdenziali erano circa un terzo di quelli attuali e i lavoratori maturavano la pensione con 480 settimane lavorative .
Prof.ssa Fornero, perché nel suo libro “Chi ha paura delle riforme” non ha detto la verità sull’INPS? Perché non ha raccontato come il parlamento della repubblica democratica fondata sul lavoro, partendo dall’art.31 dello Statuto dei Lavoratori del 1970, attraverso vari passaggi, è giunto con l’art.3 della legge 16 settembre 1996, n. 564, a riconoscere i contributi figurativi per coloro che sono in aspettativa non retribuita?
Prof.ssa Fornero, quando partecipa alle trasmissioni televisive dovrebbe spiegare ai cittadini che lavorano onestamente perché, nella repubblica fondata sul lavoro, ci sono politici e sindacalisti che percepiscono due o tre pensioni, mentre ci sono cittadini disoccupati, che, pur avendo tanti ani di contribuzione , non hanno diritto alla pensione e vivono di stenti.
Chiedo scusa se sono brutale, ma ho il sospetto che la scorta che Le è stata assegnata e Le consente spostamenti veloci a da una città all’altra, a costo zero, sia un premio per il Suo silenzio.
Il primo passo per una manovra di svolta non è abolire quota 100, ma abolire le leggi che hanno distrutto l’INPS dando assurdi privilegi ai PARASSITI.