Economia
Ragaini, Banca Generali: come cambierà il private banking dopo la pandemia
La videointervista di Affaritaliani.it al vicedirettore generale di Banca Generali, Andrea Ragaini
Banca Generali: come cambierà il private banking dopo la pandemia
Nonostante l'inaspettato cambiamento delle condizioni economiche e la volatilità dei mercati a seguito della pandemia, Banca Generali ha chiuso il primo trimestre dell'anno all'insegna della crescita e si mantiene in traiettoria positiva anche nel secondo quarter. Non solo: la banca private del gruppo Generali ha di recente ampliato gli orizzonti della diversificazione con un nuovo progetto che guarda all'economia reale e fa da "ponte" tra le esigenze di ricerca di valore nel lungo termine delle famiglie e la crescente domanda di credito e capitale privato delle aziende.
Affaritaliani.it ha discusso con Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali con responsabilità su wealth management, mercati e prodotti, dei cambiamenti che affronterà il settore del risparmio gestito nell'era post-Covid, in cui la consulenza acquisirà un ruolo "ancora più centrale". E di quell'"attimo fuggente" che il Paese non può permettersi di non cogliere.
La scorsa settimana Banca Generali ha lanciato BG4Real, un nuovo programma orientato all’economia reale. In cosa consiste e come avete investito in questa strategia?
BG4Real è un programma ambizioso che si pone l’obiettivo di collegare due realtà molto importanti per il nostro Paese, che fino a questo momento hanno dialogato poco: il risparmio privato e l’economia reale. Un progetto in grado di aiutare un Paese duramente colpito dalla pandemia e di offrire ottime opportunità di investimento ai nostri clienti, consentendo loro di entrare nel mondo dei mercati privati. Il programma non è nato oggi: è un percorso si colloca nel solco di quello che abbiamo già fatto nel corso degli anni. Ma con un’ambizione ancora più ampia.
Banca Generali sta strutturando un vero e proprio “Ecosistema”: da quali attori è composto e qual è il suo obiettivo?
Lo strumento d’investimento presentato settimana scorsa, realizzato dalla Sgr 8A+, si chiama Real Innovation ed è un Fondo di Investimento (FIA) alternativo non riservato, che si rivolge alla clientela private con investimento minimo di 100 mila euro ed è composto al 70% da strategie di debito e per il restante 30% da partecipazioni azionarie di pmi.
Per gestire questo strumento abbiamo sviluppato un ecosistema fondato su tre pilastri: il primo è quello dei centri di ricerca - come PoliHub, con cui abbiamo stipulato un accordo di recente -, che ci consentono di avere il know-how per analizzare e individuare aziende di successo nel campo della tecnologia e dell’innovazione. Il secondo pilastro sono le aziende che comprano innovazione e con cui selezioniamo opportunità di co-investimento unendo le nostre competenze. Infine, fondi di Venture Capital internazionali che da un lato ci daranno parte delle loro quote per poter essere inseriti nel nuovo strumento d’investimento e dall’altro faranno co-investimenti con noi su aziende europee. È un modo per attirare investimenti da parte di fondi esteri in Europa e sviluppare il nostro sistema Paese.
Nei primi tre mesi dell’anno la Banca ha registrato un utile netto in crescita del 19%. Che visibilità avete sulle proiezioni di fine anno?
I primi tre mesi dell'anno sono andati molto bene: siamo entrati nel 2020 con una traiettoria di crescita importante, confermata dai numeri di gennaio, febbraio e in maniera inerziale anche di marzo. I volumi sono cresciuti, le masse sono superiori a 1 miliardo di euro come nuova raccolta e anche il conto economico ha registrato un significativo incremento. Aprile è stato un mese difficile soprattutto dal punto di vista emotivo, con una forte preoccupazione nei confronti della salute delle nostre persone. Abbiamo cercato di mantenere viva l'attività dei nostri banker, accelerando sul fronte commerciale con la creazione di nuovi prodotti e strumenti d'investimento, e possiamo dire che anche il secondo trimestre è in traiettoria positiva. Certo, i mercati ci stanno facendo soffrire con una volatilità tornata a livelli elevati, ma in questo momento l’attività di consulenza è ancora più apprezzata.
Che impatto sta avendo e avrà il Covid-19 sul settore del private banking e cosa cambierà per sempre dopo la pandemia?
Il Covid è entrato nella vita di tutti noi dimostrandoci la fragilità del mondo. Non eravamo pronti a un'emergenza sanitaria di questa portata e ne siamo stati duramente colpiti. Abbiamo capito che bisogna trarre beneficio dalle cose belle e, quel che prima sembrava la normalità, ora ha assunto un valore più profondo. Il lockdown ci ha anche insegnato a lavorare in modo diverso, a distanza, anche se credo che in alcuni ambiti il rapporto umano sia imprescindibile. Nel mondo del private banking cambierà soprattutto il bisogno di consulenza, che in questi mesi si è rivelato ancora una volta centrale.
Durante il lockdown Banca Generali ha creato il talk show digitale “Ricette per la Ripresa”. Quali saranno, a suo avviso, queste “ricette” per la ripresa dell’economia del nostro Paese?
Partiamo da una situazione difficile, ma c'è grande consapevolezza. Le Banche centrali hanno aiutato il Sistema con liquidità e politiche quantitative mai viste fino ad ora, i Governi hanno messo sul tavolo ingenti somme, con investimenti che ora dovranno essere finalizzati, in Italia si sono chiusi di recente gli Stati Generali dell’economia ed è stato disposto un piano per il rilancio del Paese. Tutto questo traccia la strada per gestire in modo strutturale la ripresa dell’economia. È il momento giusto per affrontare un cambiamento. Non amo fare citazioni, ma Luigi Einaudi una volta ha detto che, nella vita delle Nazioni, non cogliere l’attimo fuggente può rivelarsi fatale. L’Italia si trova in questa in questa situazione e credo ne siano convinte tutte le forze politiche e industriali del Paese, così come la collettività. È un momento decisivo, un'opportunità da cogliere, ma è fugace: è un attimo che deve essere colto ora.