Economia
Rcs, voto maggiorato. Cairo si prepara a monetizzare o al risiko dell'editoria
Nell'assemblea del 29 aprile, l'editore proporrà l'introduzione del voto maggiorato, modifica che gli consentirà di far cassa con maggiore agilità oppure di...
Urbano Cairo segue il maestro Berlusconi anche nella governance del proprio impero editoriale e come Mediaset introduce il voto maggiorato in Rcs. Azionariato dove l’ex manager di Publitalia, presidente e amministratore delegato nel salotto degli azionisti del Corriere della Sera, detiene saldamente il controllo con una quota del 59,83% in portafoglio alla Cairo Communication.
E’ stata la stessa società, oggi debole in Borsa (-1,36% a 0,727 euro a un'ora dal suono della campanella), ad alzare il velo sulla documentazione relativa all'unico argomento all'ordine del giorno dell'assemblea straordinaria del 29 aprile del gruppo che edita anche la Gazzetta dello Sport e che in Spagna controlla il gruppo Unidad Editorial (El Mundo, Marca ed Expansion le pubblicazioni).
"Per quanto attiene l’entità della maggiorazione del diritto di voto, il consiglio di amministrazione ha ritenuto di proporvi la maggiorazione massima di due voti per ciascuna azione, così come previsto dal medesimo articolo 127-quinquies, comma 1, del Tuf (testo unico della finanza, ndr).
Il Cda ritiene infatti che un coefficiente di maggiorazione pari a due voti sia idoneo ad assicurare che la maggiorazione del voto sia effettiva”, ha spiegato la società nei documenti che verranno sottoposti al voto degli azionisti.
Rcs motiva la scelta di corporate governance spiegando che ”la maggiorazione del diritto di voto, consentendo di deviare dal principio one share-one vote, permette alle società quotate di incentivare investimenti di medio-lungo termine da parte degli azionisti (così da stabilizzare l'azionariato dell'emittente quotata), i quali, in virtù del beneficio che gli viene riconosciuto, vedono rafforzato il proprio ruolo nella governance della società”. Modifica che “risponde agli interessi della società”, anche perché “permetterà di supportare la realizzazione di progetti destinati a svilupparsi in un orizzonte temporale medio-lungo” concorrendo a “contrastare fenomeni di volatilità del titolo”.
Allo stato attuale, il terzetto di testa degli azionisti del CorSera sono, dopo Cairo, l’ex rivale Diego Della Valle e Mediobanca, due soci storici del gruppo editoriale, il primo detentore di una partecipazione del 7,62% e la seconda del 6,55%. Partecipazioni che con il voto maggiorato assegneranno, secondo le simulazioni effettuate dalla stessa società a Mr Tod’s l’8,29% dei diritti di voto, il 7,122% invece a Piazzetta Cuccia. Mentre Cairo si ritroverà a poter disporre in assemblea del 65,3% dei diritti di voto.
Gli addetti ai lavori hanno subito letto la mossa di Cairo come un’operazione che permetterà all’editore di monetizzare con maggiore agilità un pacchetto di azioni Rcs mantenendo comunque la forte presa sul gruppo, sopra la soglia della maggioranza assoluta del capitale. Operazione da effettuare o attraverso un private placement in Borsa oppure cedendo le azioni ad un nuovo investitore gradito e da far accomodare nel salotto di Via Solferino.
Ma oltre alla cassa, la modifica sui diritti di voto potrebbe anche rappresentare per Cairo l’opportunità di presentarsi come soggetto forte in un’eventuale operazione di consolidamento del mercato editoriale, in grande fermento in tutta Europa.
Intanto, sempre dai documenti societari, è emerso che Rcs è salita al 90% della società m-dis Distribuzione Media, che è il principale operatore in Italia nella distribuzione nel canale edicole di pubblicazioni sia generaliste che di stampa specializzata. Cairo, infatti, a febbraio ha acquistato da De Agostini Editore e da Hearst Magazines Italia 2.876.727 azioni di m-dis Distribuzione, pari a un ulteriore 45% del suo capitale sociale, arrivando a detenerne il 90%.
Il resto delle quote resta in mano ai due soci storici, con De Agostini all'8% e il restante 2% di Hearst. La società m-dis distribuisce oltre 900 testate di 70 editori, per un totale di circa 1 miliardo di copie l'anno, con consegna giornaliera in circa 28mila edicole.