Economia

Recovery,Castelli:"Riforme su PA e lavoro.Patto Stabilità, aprire il cantiere"

di Andrea Deugeni

"Ci sono 81,4 miliardi di euro a fondo perduto e 127,6 miliardi di prestiti da restituire a partire dal 2026 fino al 2058. Risorse che vanno destinate a investimenti e a riforme strutturali collegate all’innovazione, al digitale, al green e alla sostenibilità". Il viceministro dell'Economia Laura Castelli spiega ad Affaritaliani.it come verranno utilizzati i 209 miliardi, il 28% dell'intero ammontare dei 750 miliardi, riservati al nostro Paese dal Recovery Fund. Risorse che serviranno per "consentire al Paese di fare quello scatto in avanti che l'Italia in passato con altri governi non ha avuto il coraggio di fare”. Poi la numero due del Mef spiega che ora "è il momento di aprire il cantiere della riforma del Patto di Stabilità, per evitare di mettere a rischio il Paese". E sul Mes...

L'Intervista

Le ultime da Bruxelles dopo la maratona del Consiglio europeo/ Terminati i cinque giorni di riunione in cui i 27 Stati del Vecchio Continente hanno trovato la quadra sul Recovery Fund e sul bilancio settennale, emergono i primi dettagli sui prossimi step per i Paesi membri, in primis la timeline della presentazione dei  piano nazionali di riforme per richiedere l'utilizzo dei fondi. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, i piani dettagliati dovranno essere inviati a Bruxelles entro la metà di ottobre e dovranno contenere impegni sul digitale e sul green, provvedimenti che abbiamo un impatto duraturo che deve contribuire alla crescita economica e al lavoro e rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale. 

Commentando l’accordo appena raggiunto dal Consiglio europeo sul Fondo per la Ripresa associato al bilancio comunitario, il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato di “fregatura grossa come una casa”. In più per il numero uno del Carroccio “i soldi non arriveranno prima di aprile-maggio 2021” e saranno disponibili “solo se faremo le riforme richieste dall'Ue. Tradotto: ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale sulla casa e sui risparmi”. Cosa risponde?
“A parte che non so con chi abbia parlato Salvini e da chi abbia preso queste informazioni, visto che non è stato presente a Bruxelles nei cinque giorni e nelle cinque notti in cui si è trattato con i partner europei. E’ vero che in passato questo Paese ha visto tempi in cui la parola riforme ha fatto paura, ma da quando il M5S è al governo le riforme adottate sono sempre state positive e hanno sempre migliorato la qualità di vita dei cittadini. Andranno in questa direzione anche quelle che si basano su parole chiave importanti come innovazione, digitale, green e sostenibilità e che discenderanno dall’uso del Recovery Fund”. 

Soldi che però non vedremo prima del 2021…
“Consideriamo che il governo attuerà subito un nuovo scostamento di bilancio per accompagnare il Paese fino alla fine dell’anno,  uno scostamento fatto sulla scia di una crisi che non è ancora finita e che ha degli strascichi importanti in alcuni settori come il turismo. Subito dopo, l’esecutivo si metterà a scrivere la manovra finanziaria che dovrà programmare l’uso delle risorse in arrivo dall’Europa per il prossimo triennio. Risorse che impatteranno sui saldi di finanza pubblica che abbiamo a disposizione. La parola d’ordine dunque è programmazione da coniugare nella legge di bilancio”. 

E quindi?
“La priorità è la programmazione. Subito dopo arriveranno le risorse relative a un piano di riforme e di investimenti settennale. Nello specifico, riguardano l’arco temporale 2021-2027 e il primo momento utile sarà appunto la manovra, in cui troverà spazio una programmazione affidata a una cabina di regia di utilizzo del Recovery Fund e di monitoraggio dello stesso. Un uso destinato a durare oltre l’arco dell’intera legislatura. Un piano che va strutturato dunque nell’interesse pubblico dell’intera nazione. Tra l’altro nell’accordo ci sono già la possibilità di anticipare il 10% delle risorse e di considerare nel Recovery, purché coerenti con il programma generale, anche le spese fatte a partire da febbraio 2020.”.

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Come verranno utilizzati in concreto i 209 miliardi di euro che arriveranno dal nuovo strumento comunitario?
“Ci sono 81,4 miliardi di euro a fondo perduto e 127,6 miliardi di prestiti da restituire a partire dal 2026 fino al 2058. Risorse che vanno destinate a investimenti e a riforme strutturali collegate all’innovazione, al digitale, al green e alla sostenibilità. Approfitterei poi del livello del dibattito che si è venuto a creare in Europa e che ha visto l’Italia vincitrice, per capire cosa vogliamo fare con il Patto di Stabilità”.

E cioè?
“Per evitare di mettere a rischio il Paese, va aperto subito il dibattito per sospendere il Patto di Stabilità almeno per tutta la durata del settennato. Fino cioè al 2027 visto che abbiamo una programmazione di lungo termine. Con 209 miliardi in più e più altri 100 miliardi di debito acceso con i decreti nazionali per fronteggiare l’emergenza Covid, va deciso cosa fare con le regole contabili europee che ad ora sono state sospese sine die. O si interrompe nel lungo periodo o si deve iniziare a discutere di come cambiare i trattati, perché abbiamo a che fare con processi contabili che ci accompagneranno fino al 2058”.

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Frugali permettendo, però…
“Il varo di strumenti importanti è stato ritardato da Paesi che rappresentano il 10% della popolazione di tutta l’Unione europea. Un condizionamento ingiustificato che ci spinge ad aprire anche il cantiere delle disparità fiscali: dobbiamo accelerare in ambito comunitario sulle riforme fiscali che in questi anni hanno avvantaggiato alcuni Paesi a danno di altri. Paesi che se non avessero avuto la possibilità di fare dumping sui livelli di prelievo avrebbero avuto maggiore necessità di adottare uno strumento importante come il Recovery Fund”.

D’accordo, ma mentre sospenderemo il Patto di stabilità, cosa ci faremo con i 209 miliardi?
“Dopo anni di austerity per provvedimenti votati anche da chi oggi è all'opposizione, i tagli alla sanità sono diventati un problema con il Covid. Lo abbiamo toccato con mano con la poca disponibilità dei posti letto. Oppure la flessibilizzazione del lavoro introdotta da alcune riforme, misura che ci ha dimostrato che la tenuta dei livelli occupazionali non si garantisce con la maggiore flessibilità. O il rallentamento di alcune riforme importanti della Pubblica Amministrazione che non sono state introdotte in questi anni come la riorganizzazione e la sburocratizzazione dei Ministeri e della PA. Rallentamento che oggi ci ha reso complesso pagare velocemente la Cig. Oppure ancora, il non aver mai fatto poi una riforma degli ammortizzatori sociali ci ha creato oggi delle difficoltà serie o il non aver recepito le direttive europee sulla velocizzazione di processi di investimento nel green ha finito per rallentare lo sviluppo. Insomma, useremo questi soldi per quello scatto in avanti che il Paese in passato con altri governi non ha avuto il coraggio di fare”.

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E’un caso che i 36 miliardi aggiuntivi che l’Italia ha avuto nel pacchetto di prestiti corrispondano esattamente all’ammontare delle risorse utilizzabili dal nostro Paese ne caso in cui si decidesse di ricorrere al Mes?
“E’ una coincidenza positiva e che emerge in maniera plastica: i numeri sono meravigliosi in questo. Mandano dei messaggi subliminali fantastici. Credo che ora l’obiettivo sia pianificare il cosa e, nel momento in cui abbiamo ottenuto questo importante risultato, i nomi degli strumenti finanziari lasciano il tempo che trovano. Abbiamo 209 miliardi ed evitiamo di alimentare discussioni poco utili”.

Di quanto sarà lo scostamento di bilancio che verrà richiesto al Parlamento?
“Di 20 miliardi, utilizzati per diversi settori”.

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Quali?
“Innanzitutto pe la scuola, per poter far ripartire l’anno scolastico mettendo in sicurezza gli alunni nei mesi prossimi. Poi per gli enti locali, comuni e Regioni, per le misure sul turismo e per la cancellazione di una parte delle tasse rinviate a settembre. Infine, lo scostamento servirà per finanziare un pacchetto di misure che servirà ad evitare la crisi sociale, contenendo la disoccupazione e sostenendo le imprese: da una parte finanzieremo la cassa integrazione dall’altra le misure per la defiscalizzazione e la decontribuzione destinate a quelle imprese che assumeranno nuovo personale”.  

@andreadeugeni