Economia
Referendum, tutta Wall Street tifa per il "sì". I motivi dell'assist a Renzi
Non solo l'ambasciata Usa. Anche Goldman Sachs, Fitch, Deutsche Bank e altri operatori di Wall Street sperano in una vittoria del "sì". Ecco perché
Gli analisti di Deutsche Bank puntano l’indice sulla elevata “complessità” della situazione italiana, che la riforma Renzi-Boschi andrebbe a ridurre. “Da un lato c’è il nesso crescita-banche-politica, dall’altro c’è l’incertezza sul futuro istituzionale del Paese e sulle regole elettorali”. In caso di modifiche che la Corte Costituzionale potrebbe imporre all’”Italicum” e di bocciatura del referendum, i partiti populisti riceverebbero un assist per vincere eventuali elezioni anticipate, aumentando con questo le (peraltro modeste) probabilità di un referendum consultivo sull’euro.
Se anche il quadro peggiore non si verificasse, “il rischio di inversione di rotta sulle riforme e di aumento del deficit salirebbe” secondo gli esperti, che pertanto ritengono il via libera al referendum “l’esito più favorevole ai mercati” nel breve termine, pur non costituendo “la panacea di tutti i mali d’Italia, con le due deboli prospettive economiche”. Mali che restano legati maggiormente alla continua erosione della produttività, confermata dall’aumento delle ore lavorate nel secondo trimestre dell’anno a fronte di una crescita nulla del Pil, all’eccesso di burocrazia e all’eccessivo peso fiscale che grava sulle aziende, ma tant’è.
Visto anche il precedente del referendum inglese del 23 giugno scorso, con tutti i principali listini azionari mondiali in grado di recuperare le perdite nel corso dell’estate, mentre Piazza Affari ha visto gli indici mantenersi distanti dalle quotazioni ante-Brexit, il rischio che il referendum italiano si traduca nell’ennesima fuga degli investitori dall’investimento in titoli italiani, azioni o titoli di stato che siano, è concreto.
Per questo forse, più che polemizzare sulle “ingerenze” compiute dall’ambasciatore statunitense in Italia, John Phillips, secondo cui “il “no” al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”, sarebbe il caso di interrogarsi su quanto il rischio sia concreto e a quali strumenti si potrebbe far ricorso per evitare che lo scenario peggiore si avveri.
(Segue...)