Economia
Rischio Grexit nell'era Le Pen. Atene torna a minacciare l'euro
Grecia, Troika al lavoro per sbloccare il bailout
La tragedia greca torna ad andare in scena? Sembrerebbe sempre più probabile. Dopo l'accordo faticosamente raggiunto nell'estate del 2015 che scongiurò l'uscita della Grecia dall'euro in cambio di riforme "strutturali" e obiettivi fiscali molto stringenti che solo in parte sono stati raggiunti, i creditori internazionali di Atene (Commissione Ue, Banca centrale europea, Meccanismo di stabilità europeo, ossia il fondo "salva stati" Esm, e Fondo monetario internazionale) sono nuovamente preoccupati e minacciano di sospendere l'erogazione degli aiuti da cui il governo greco, ancora non in grado di rivolgersi al mercato per rifinanziare il debito pubblico, dipende. Facciamo un passo indietro per cercare di capire come mai il "problema Grecia" continui a riproporsi e quali prospettive si aprano ora.
Nel 2015 Atene ottenne l'ennesimo (il terzo o il quinto a seconda di quale salvataggio si includa nel conteggio) "bailout" da 86 miliardi di euro che avrebbe dovuto una volta per tutte chiudere la crisi del debito del paese europeo. Gli 86 miliardi non vennero tuttavia erogati tutti in una sola volta, ma dispensati in più tranche in base al raggiungimento di una serie di obiettivi, in particolare l'ottenimento di un surplus di bilancio del 3,5% entro il 2018.
Il Fondo monetario internazionale avanzò forti dubbi sul fatto che Atene potesse mai centrare un tale obiettivo, ritenendo che oltre l'1,5% di surplus (meno della metà dell'obiettivo fissato dagli altri creditori) il governo greco avrebbe dovuto tagliare drasticamente le pensioni e contemporaneamente alzare le tasse come non era mai stato fatto nella storia del Paese.
Si noti che l'Fmi aveva già partecipato a due precedenti "baillout", i salvataggi del 2010 e del 2012 (quest'ultimo prevedeva l'erogazione di aiuti fino a fine 2016). Ora Alexis Tsipras si trova a dover procedere a un rimborso di parte degli aiuti ottenuti entro il prossimo luglio, ma Ue, Bce e Esm, che negli ultimi due anni avevano commentato positivamente i risultati superiori alle attese in termini di crescita del Pil e di avanzo di bilancio, sembrano temere nuovamente che Atene non sia in grado di farcela e propongono una ulteriore manovra correttiva del peso pari al 2% del Pil greco.
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