Economia
Safilo pronta all'aumento da 150 milioni. Ma pesa l'incognita adesione
Multibrands Italy ha garantito la sottoscrizione della sua quota (41,61%) e dei titoli eventualmente inoptati, ma per evitare un'Opa successiva...
Seduta positiva per Safilo, in rialzo delo 2,5% circa a fine giornata a 1,58 euro per azione dopo che il Cda ha fissato i dettagli dell'aumento di capitale da 150 milioni di euro che partirà il prossimo 3 dicembre per
concludersi il 17 dello stesso mese. Una ricapitalizzazione "superdiluitiva" visto che già a settembre, quando fu annunciata, la capitalizzazione si aggirava attorno a quella cifra e da allora è scivolata ulteriormente sotto i 100 milioni di euro (il titolo perde del resto oltre il 64% rispetto a 12 mesi fa).
L'operazione vedrà l'offerta agli azionisti di 17 azioni nuove ogni 5 azioni esistenti al prezzo di 0,704 euro l'una, con uno sconto del 21% sul Terp. I diritti saranno trattati dal 3 al 11 dicembre e saranno esercitabili entro il 17 dicembre. Gli analisti di Equita Sim, che sul titolo esprimono un giudizio di "hold" con target price limato da 2,5 a 2 euro dopo la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi dell'anno, lo scorso ottobre, prevedono che Safilo possa segnare nel prossimo triennio un netto recupero in termini di Ebitda, rispetto ai circa 7 milioni attesi nel 2018.
Il risultato operativo dovrebbe infatti salire a circa 38 milioni l'anno prossimo e a 29 milioni nel 2021 anche ipotizzando il mancato rinnovo della licenza Dior dopo il 2020, compensato da un recupero d'efficienza. Questo significa che il titolo, che al momento tratta a circa 7,2 volte l'EV/Ebitda atteso per il 2019 e circa 7,9 volte rispetto alle stime per il 2021, post aumento vedrà i multipli calare a 5,8 volte i valori 2019 e a 6,1 volte i valori 2021.
Il rafforzamento patrimoniale si affianca all’estensione della revolving credit facility da 150 milioni di euro la cui scadenza era già stata portata dal 29 luglio al 30 novembre prossimo e poi al 31 gennaio 2019. Al riguardo Moody’s, aveva segnalato come il debito del gruppo andrà in scadenza entro il prossimo anno e pertanto il gruppo potrebbe avere problemi di liquidità, ma a fine ottobre la società di occhialeria ha firmato un nuovo contratto di finanziamento da150 milioni, estendibile fino a 200 milioni e il cui utilizzo è tra l’altro condizionato al completamento dell’operazione di aumento di capitale.
Per garantire il successo dell’aumento, finalizzato proprio a supportare il programma di rifinanziamento dell’indebitamento finanziario (un bond equity-linked) in scadenza nel maggio 2019 e a rafforzare e ottimizzare la struttura patrimoniale e finanziaria di Safilo per consentire alla società di focalizzarsi sugli obiettivi di crescita e sui piani di sviluppo delineati nell’aggiornamento del business plan al 2020, l’azionista di riferimento, Multibrands Italy BV (società che fa capo ad Hal Holding NV), attualmente socio al 41,61%, si è già impegnato a sottoscrivere le azioni di sua spettanza ed eventualmente quelle rimaste inoptate dopo l’offerta in opzione e la successiva offerta in borsa dei nuovi titoli.
L’aumento dovrebbe dunque essere l’ultimo ostacolo da superare, poi l’annus horribilis di Safilo e del suo nuovo Ceo, Angelo Trocchia (ex numero uno di Unilever Italia, subentrato a Luisa Delgato nel febbraio scorso), potrà dirsi alle spalle, anche se potrebbe non essere così per il suo azionista di riferimento, Hal Holding. Se Multibrand Italy nella prima fase dell’aumento di capitale non supererà il 45% e poi salisse di un ulteriore 5% o più a causa delle azioni inoptate, infatti, la società dovrebbe lanciare un’Opa obbligatoria sempre al prezzo di 0,704 euro per azione, con un ulteriore esborso di capitali.
Hal deve dunque sperare in una buona partecipazione da parte degli investitori, a cominciare da Vittorio Tabacchi, ex proprietario e tuttora socio al 7,698%, e dai fondi di Bdl Capital Management (9,976% di capitale), mentre Trocchia già prima di Natale potrà concentrarsi sulla “mission impossible” di far rinnovare le licenze in scadenza o in quella alternativa, ma non meno impegnativa, di trovare nuovi brand per cui produrre occhiali, rafforzando al contempo la produzione dei marchi di Safilo (Carrera, Smith e Polaroid) sui segmenti premium, contemporary e lifestlyle e il canale e-commerce.