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Economia
Salario minimo? Un salasso. Rischio licenziamenti, lavoro nero e inflazione
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AUMENTO DI BENI E SERVIZI AL CONSUMO

Sarebbe la prima conseguenza che dovrebbero subire tutti i cittadini, lavoratori compresi. Un aumento così corposo del costo del lavoro sarebbe immediatamente ribaltato sul consumatore finale, creando una spirale inflazionistica.

RIDUZIONE DELL’ORGANICO AZIENDALE

Un’altra conseguenza potrebbero essere licenziamenti legati alle mutate condizioni di mercato con costi a carico dello Stato (indennità di disoccupazione, ora chiamata Naspi) e grande nocumento per i lavoratori.

AUMENTO DEL LAVORO NERO

Altri potrebbero essere indotti a non registrare i lavoratori per non dover riconoscere il salario minimo legale, con conseguente danno sociale ed economico, sia per lo Stato (mancati introiti di contributi) sia per i lavoratori (mancato riconoscimento di diritti).

CHIUSURA PER DISSESTO

Infine, le aziende che invece rispetteranno il nuovo obbligo di salario minimo senza aumentare i prezzi sarebbero destinate al dissesto con negatività per tutti. Imprenditori falliti, lavoratori disoccupati, sistema economico impoverito, con costi a carico dello Stato (debiti non saldati, sussidi da pagare, imposte e contributi non versati). Insomma, non vi è persona che affronti con un minimo di cognizione questo tema che possa vederne benefici.

Resta però il tema della perdita di potere d’acquisto dei salari che quindi vanno aumentati. L’unica strada è quella di ragionare nell’ottica dettata dalla Commissione Europea: aumentare i salari tramite la contrattazione collettiva. E la ricetta italiana (farlo tramite la retribuzione di risultato) è quella che non porta a nessuno degli effetti negativi appena evidenziati

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