Economia
Sanremo, la fabbrica delle royalties: il Festival tra vetrina e business dello streaming
Ogni anno il Festival di Sanremo non è solo il principale evento musicale italiano, ma anche un gigantesco motore economico che alimenta l’industria discografica e il mercato delle royalties digitali
Sanremo, la fabbrica delle royalties: il Festival tra vetrina e business dello streaming
Con l’evoluzione delle modalità di fruizione della musica, la gara canora più seguita d’Italia si è trasformata in una vera e propria macchina da streaming, capace di generare ricavi milionari indipendentemente dai verdetti della giuria o del televoto.
In questo scenario, le piattaforme digitali hanno preso il posto del vecchio mercato dei dischi, ridefinendo il concetto di successo musicale: se un tempo il Festival decretava il trionfo di una canzone soprattutto attraverso le vendite fisiche, oggi la longevità e la redditività di un brano si misurano in milioni di stream e nelle royalties che ne derivano. Ecco perché l’appuntamento sanremese non è solo una competizione tra artisti, ma un’occasione d’oro per le case discografiche e gli investitori, che puntano su hit destinate a macinare ascolti e incassi ben oltre la settimana festivaliera.
Le royalties generate dalle hit di Sanremo: i numeri
Secondo Eugenio Allora Abbondi, presidente e founder di Eico Music, il primo fondo finanziario di investimento in royalties musicali operante in Italia, "nelle ultime due edizioni del Festival, alcune canzoni hanno ottenuto risultati significativi in termini di ascolti e ricavi. Brividi di Mahmood & Blanco, presentata nel 2022, h superato i 141 milioni di stream su Spotify, con royalties stimate intorno ai 527.833 euro. Due vite di Marco Mengoni, in gara nel 2023, ha già registrato oltre 91 milioni di ascolti sulla stessa piattaforma, generando royalties per circa 338.584 euro."
Va detto che il posizionamento nella classifica finale del Festival non sempre corrisponde in modo diretto al successo commerciale dei brani. "Numerose canzoni che non hanno vinto Sanremo hanno comunque ottenuto un enorme riscontro economico", osserva Allora Abbondi. "Nel 2018, Una vita in vacanza' de Lo Stato Sociale, seconda classificata, ha superato i 6 milioni di stream su Spotify, con royalties stimate intorno ai 134.493 euro. Musica leggerissima ‘di Colapesce e Dimartino, quarta nel 2021, ha ottenuto oltre 45 milioni di stream, pari a circa 168.402 euro di ricavi."
Questi esempi evidenziano quanto il gradimento del pubblico possa avere una sua autonomia dai risultati del Festival, contribuendo ad un mercato che - se ai tempi del disco fisico poteva essere pilotato dalle case discografiche - oggi trova nelle piattaforme di streaming libera espressione, e un incisivo sistema di monetizzazione dei brani sanremesi.
"'Zitti e buoni' dei Måneskin, vincitrice nel 2021, ha superato i 440 milioni di stream su Spotify, generando royalties per circa 1.640.025 euro – sottolinea il fondatore di Eico Music. "'Soldi di Mahmood si è attestata oltre i 229 milioni di ascolti, pari a circa 854.541 euro di ricavi. Per quanto riguarda i guadagni degli artisti, questi su Spotify ricevono in media compensi pari a 0,0037 euro per stream. Su YouTube invece la monetizzazione segue logiche più complesse, legate a durata del video, tipologia di inserzioni pubblicitarie, provenienza geografica delle visualizzazioni e livello di engagement”.
Sanremo non è solo rap e trap
Nel suo ultimo album È finita la pace, Marracash ha criticato alcune dinamiche del mercato musicale, menzionando Sanremo come esempio di piattaforma che può amplificare la popolarità degli artisti, appiattendo però la qualità e l’eterogeneità dell’offerta: “Senza Sanremo, senza estivo, senza Petrella” canta in “Power Slap”. Ma esiste davvero un rischio di appiattimento dell’offerta visto che gli autori dei brani in gara sono spesso gli stessi per artisti diversi? “Effettivamente oggi le case discografiche tendono a spingere molto di più il rap e la trap, generi molto in voga perché fortemente sostenuti dalle stesse major discografiche” dichiara Abbondi, secondo cui tuttavia “Sanremo offre ancora più spazio a generi più classici e a canzoni d'autore, mantenendo una maggiore varietà rispetto a ciò che viene promosso dal mercato mainstream”. “In tal senso – aggiunge - il Festival mantiene una sua specificità di piattaforma capace di garantire varietà musicale, accogliendo artisti di generi diversi e offrendo un'esposizione che non dipende esclusivamente dalle tendenze del momento, mantenendo vivo un sistema di royalties che spesso dura nel tempo”.
EICO Music Fund
EICO Music Fund, è un comparto di EICO Funds Sicav plc, il primo fondo AIF (Alternative Investment Fund) di diritto europeo dedicato all’investimento nel mondo della musica. EICO Music Fund è un fondo nuovo ed innovativo che detiene diritti che hanno segnato la storia della musica italiana ed internazionale degli ultimi 50 anni, generando un flusso di cassa costante e cospicuo che solo le canzoni più belle di sempre possono garantire.
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