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Economia
Sapelli ad Affari: “Basta con le sanzioni alla Russia. Lagarde inadatta"

Non le pare che ci sia un atteggiamento un po’ troppo oltranzista e draconiano da parte dell’Occidente?

Shakespeare avrebbe detto che “la follia si è impossessata del mondo”. I tecnici sono degli incompetenti, non hanno alcuna visione olistica.

Parla dell’ingresso dell’Ucraina in Europa?

Solo un branco di insipienti non avrebbe capito che la Serbia, la Macedonia, l’Albania e la Bulgaria avrebbero fatto in maniera diversa resistenze. Vuol dire non conoscere la storia e pensare che l’impero Ottomano sia stato fondato da un imprenditore di maniglie. 

Ora esagera… che cosa ne pensa della Von der Leyen?

Inadeguata. Suo padre era un grande intellettuale, ma lei è l’epitome dell’inadeguatezza. Basta pensare a quello che sta succedendo a Kaliningrad. Lì si vede in maniera lampante la mancanza di un ruolo di guida dell’Unione Europea. La presidente della Commissione ha il dovere di sconsigliare alla Lituania di muoversi in maniera così goffa. Avrebbe dovuto realizzare una dichiarazione pubblica, comprendendo il retaggio storico di popoli massacrati dallo stalinismo che non aspettavano altro che punire Mosca, ma cercando di mediare. 

Un suo giudizio su Christine Lagarde?

Non ho parole.

Le trovi…

Diciamo che è la riprova che non solo noi non abbiamo una valida classe dirigente a governarci. L’unica cosa che apprezzo di lei sono i tailleur Chanel. Trovo che faccia una pessima pubblicità anche a tutte coloro che si battono, giustamente, per la parità delle donne. Se ci fosse ancora un femminismo come si deve sarebbe molto arrabbiato con la numero uno della Bce. 

Come se ne esce da questa situazione?

Per quanto riguarda l’allargamento dell’Europa urge organizzare una grande conferenza balcanica che si faccia promotrice dell’adesione ucraina una volta ottenute le dovute garanzie. Nel mio libro “Ucraina anno zero” racconto proprio che la colpa di questa situazione drammatica sia nel bradisismo delle relazioni internazionali.

Ci spieghi meglio…

Si è scelto di abbandonare in maniera criminale l’Afghanistan. Si è voluto allargare in maniera artata la Nato, inserendo la Georgia. È stata una provocazione continua a un Paese che ha un retaggio imperialista crudele, fin dai tempi di Napoleone. Basta leggere Medvedev, che aveva quasi ripudiato Putin e che ora è uno dei suoi più fedeli alleati, per capire che l’unico obiettivo della Russia è sconfiggere in modo più o meno figurato l’Occidente. 

In tutto ciò che ruolo può giocare l’Italia?

Semplice, quello di vassallo degli Stati Uniti. È già successo durante la guerra in Vietnam, quando La Pira andò a parlare con Ho Chi Min lo fece su preciso ordine del presidente degli Usa che voleva sondare il terreno. Questa è la nostra dimensione, questo il ruolo che ci compete. Inutile provare a fare i “grandi”. 

Andremo incontro a una crisi economica?

Peggio, affronteremo le sabbie mobili. Da quelle non si esce, ci aspetta una sorta di commissariamento perpetuo perché già prima della guerra eravamo tra i Paesi con il più alto tasso di povertà assoluta. Figuriamoci ora. Abbiamo creato delle soluzioni istituzionali come il trattato italo-francese e italo-tedesco. Ma sono solo i prodromi della nostra economia definitivamente sotto controllo. 
 

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