Economia
Scossa nel private equity, nasce il polo italiano da 5 miliardi
Una piattaforma integrata (che gestisce anche il veicolo di capitale permanente Aurora, quotato in Borsa), vuole aggiungere al private equity altre attività
Scossa nel private equity, nasce il polo italiano da 5 miliardi
Una piattaforma integrata (che gestisce anche il veicolo di capitale permanente Aurora, quotato in Borsa), vuole aggiungere al private equity anche altre categorie di attività, come il debito privato o gli investimenti in infrastrutture e nel settore immobiliare, mirando a gestire circa 10 miliardi nei prossimi anni. Lo riporta Il Sole 24 Ore. "Abbiamo l'obiettivo di diventare il principale operatore italiano nei mercati privati degli investimenti", spiega Fabio Canè, fondatore e senior partner di Renaissance. "Attualmente in Italia manca una piattaforma di investimenti alternativi, e vogliamo colmare questa lacuna. Sono convinto che un operatore di questo tipo, capace di unire team eccellenti in diverse categorie di attività per servire grandi investitori istituzionali, contribuirà allo sviluppo del sistema Paese".
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Il gruppo americano manterrà una quota del 10% come fatto in passato. L'accordo di ieri prevede anche il coinvolgimento del veicolo di capitale permanente Aurora, quotato in Borsa, di origine italiana. Renaissance è nato nel 2015 con l'esternalizzazione del private equity di Intesa Sanpaolo; Neuberger Berman ha investito nella joint venture con i soci italiani Fabio Canè e Stefano Bontempelli, acquisendo il 51%. Successivamente, la joint venture ha acquisito la gestione del Fondo Italiano d'Investimento e ha quotato il veicolo (NB Aurora, ora Aurora). L'operazione di ieri prevede la cessione del gestore ai soci italiani, mantenendo Neuberger Berman una quota del 10% come in passato.
Il team italiano, guidato da Patrizia Micucci, e la sua strategia di investimento faranno parte della nuova entità lussemburghese controllata da Renaissance. L'operazione dovrebbe essere completata entro il 2025, previa autorizzazione della CSSF (l'autorità lussemburghese) e modifiche allo statuto sociale di NB Aurora. "Le strategie dei due veicoli rimarranno le stesse", continua Canè. "Sono complementari e coprono due segmenti di mercato diversi: Renaissance investe come socio di maggioranza con un investimento medio da 200 a 300 milioni, mentre Aurora investe in operazioni di minoranza con obiettivi di investimento da 30 a 70 milioni. I due team hanno già effettuato 63 investimenti insieme in imprese italiane. Con l'accordo, potranno integrare le rispettive capacità, relazioni e conoscenze, condividendo la stessa infrastruttura regolatoria e di business pur rimanendo indipendenti nelle rispettive strategie di investimento". Renaissance gestisce attualmente investimenti per circa 2,8 miliardi, con un portafoglio di 12 società con un fatturato totale di circa 3,5 miliardi. Il terzo fondo (di oltre un miliardo) ha generato 750 milioni di investimenti, e si sta procedendo alla raccolta per il quarto fondo.
"Miriamo a raggiungere un miliardo nel quarto fondo", afferma Canè, "che porterà gli asset gestiti, inclusi quelli di Aurora, oltre i 5 miliardi. Ma non ci fermiamo qui. Nove anni fa, all'inizio della nostra partnership con Neuberger Berman, gestivamo 620 milioni. Fra cinque anni, potremmo arrivare a 10 miliardi considerando altre strategie di investimento nei mercati privati. Anche recentemente abbiamo trovato ottime opportunità nel private equity, con investimenti in U-power, Bending Spoons, Neopharmed e Arbo. Ma siamo pronti ad aggiungere nuove categorie di attività, a partire da un fondo di credito per investimenti in infrastrutture e immobili. Nelle prossime settimane, presenteremo i dettagli dell'operazione a tutti gli stakeholder: Ministero dell'Economia e delle Finanze, Cassa Depositi e Prestiti, Confindustria, oltre ai nostri investitori istituzionali che potranno investire nel nostro veicolo. Il nostro progetto è al servizio degli investitori, con importanti benefici per il Paese".