Economia

Sostegni-bis, niente modifiche alle Dta. Concesso solo più tempo alle banche

di Andrea Deugeni

Dalla bozza del decreto Sostegni emerge un quadro normativo meno incoraggiante per le fusioni nel mondo del credito. Titoli bancari giù a Piazza Affari

Giallo sugli incentivi fiscali nel decreto Sostegni-bis da cui dipenderà la nuova fase del risiko bancario tricolore, dopo le scalate di Intesa-Sanpaolo su Ubi e del Credit Agricole sul Creval. Nella nuova bozza della misura con il pacchetto di aiuti che è arrivata in consiglio dei ministri e di cui Affaritaliani.it ha preso visione, non compare la norma con le ultime modifiche sulle deferred tax asset (Dta) ovvero la possibilità di trasformazione delle perdite fiscali che già da inizio anno possono essere trasformate in credito d’imposta (e quindi in capitale) in caso di fusione con altre banche a fronte della corresponsione di “commissioni”, deducibili ai fini Ires e Irap, pari al 25% dell’importo. 

Una norma approvata originariamente nell’ultima legge di Bilancio e che la bozza del 30 aprile sul decreto Sostegni-bis (vedi sotto) aveva modificato allungando di sei mesi, al 30 giugno 2022, il termine previsto dalla manovra per deliberare la business combination (e non al 31 dicembre 2021) e incrementando la soglia delle Dta convertibili (da entrambi i versanti). Soglia che passava dal 2% al 3% del totale degli attivi della banca più piccola coinvolta nella fusione. Modifiche che servivano per andare incontro alle tempistiche industriali del sistema bancario e, in particolare della big UniCredit alle prese con la nuova era Orcel, nel cui perimetro l'azionista Tesoro vuole accasare la controllata (al 64,2%) Montepaschi. 

La misura, già molto dibattuta fra le forze politiche già in sede di approvazione dell’ex Finanziaria, ha risvegliato i contrasti sul tema fra i partiti che sostengono il governo Draghi. In particolare, sono contro alla concessione di un'ampia dote fiscale il M5S, parte del Pd (deputati toscani), la Lega e Fdi, soggetti più propensi a un rilancio del Monte in chiave stand-alone. O, comunque, a inserire un tetto ai benefici fiscali miliardari nei confronti dell’aggregante UniCredit, visto che pare - è il punto di vista dei parlamentari - che il nuovo Ceo di Piazza Gae Aulenti sia molto freddo sull’acquisizione di Mps, anche con lauto incentivo

Ieri, stando a quanto risulta ad Affaritaliani.it, nella conferenza dei capigruppo sul decreto Sostegni-bis il ministro del’Economia Daniele Franco ha ascoltato e preso atto delle domande e dei differenti punti di vista delle forze politiche sul tema Dta, ma non ha alzato il velo però sui desiderata del governo e su un’eventuale sintesi dell’esecutvo. Tant’è che in serata qualche membro della Commissione Bilancio della Camera si è spinto a dire che il Mef, anche aiutato dal tempo a disposizione sul tema (UniCredit spingerà prima nel 2021 sul rilancio della rete e aprirà il dossier M&A solo nel 2022), avrebbe potuto stralciare la norma dal decreto per dare spazio a un maggiore confronto politico. Inserendo le modifiche al regole sulle Dta in un altro provvedimento futuro. 

In mattinata poi, secondo alcune indiscrezioni, il governo avrebbe invece sbloccato le problematiche tecniche portando il tema di Cdm, rumors che però non hanno trovato riscontro pratico nella nuova bozza che sta per entrare in consiglio e in cui le modifiche al regime delle Dta non hanno trovato spazio se non per l'arco temporale.

Per il momento nella bozza, all'Art 19 (Proroga degli incentivi per la cessione di crediti e ACE innovativa 2021), all'ottavo comma, viene infatti solo concesso più tempo: gli incentivi infatti saranno applicati se gli accordi di fusione saranno approvati dai consigli di amministrazione delle banche entro la fine dell'anno, mentre attualmente è necessaria l'approvazione entro la scadenza del 31 dicembre da parte dell'assemblea degli azionisti. La bozza fa riferimento a progetti "approvati dall’organo amministrativo competente delle società partecipanti, in caso di fusioni e scissioni, o l’operazione sia stata deliberata dall’organo amministrativo competente della conferente, in caso di conferimenti, tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021". Così a Piazza Affari il settore bancario accusa il colpo, trascinando tutto l'indice del listino milanese.

@andreadeugeni