Economia

Spending 5S-Pd, Cottarelli ad Affari: "Ecco come tagliare la spesa"

Andrea Deugeni

"I 5 miliardi di taglio al cuneo fiscale? Ne servono almeno 20". L'intervista all'ex commissario per la spending review

Giuseppe Conte conferma la riduzione delle tasse, partendo da quelle sul lavoro. Ma di quanto dev'essere la sforbiciata per generare un effetto espansivo visibile sul Pil visto che l'Italia è in stagnazione? E, soprattutto, dove trovare le risorse visto che il premier ha parlato di generico "contrasto all'evasione" e "controllo rigoroso della spesa corrente"? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Carlo Cottarelli, economista, ex commissario straordinario per la spending review nel governo Letta, ora direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano. 

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L'INTERVISTA

Abbassare le tasse, ma partire da quelle sul lavoro. Nel suo intervento alla Camera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte conferma che nel disegno di legge di Bilancio ci sarà un taglio del cuneo fiscale. Di quanto dovrebbe essere la riduzione per determinare un effetto espansivo visibile anche sulla crescita del Pil visto che siamo in stagnazione?
"La proposta di spending review fatta da me nel 2014 proponeva un taglio del cuneo fiscale di circa 30 miliardi, riduzione interamente finanziata con risparmi di spesa. Di questi, da allora, il grosso è stato impiegato con il bonus di 80 euro introdotto dal governo Renzi, misura che è un taglio delle tasse anche se nel bilancio dello Stato non viene contabilizzata in questo modo. Quindi , almeno altri 20 miliardi quindi bisognerebbe impiegarli. L’ipotesi di 5 miliardi di cui si parla e che oltretutto Confindustria ha già bollato come insufficienti avrebbero un effetto limitato”.

Roberto Gualtieri
 

Ma Conte ha annunciato una “manovra impegnativa” e che al punto uno del programma M5S-Pd è già blindata…
"Sì, il programma detta delle priorità. Per non aumentare l’Iva servono 15 miliardi, perché con la manovrina che è stata fatta a giugno di quest’anno se ne sono già recuperati una decina. E’ un intervento fatto quest’anno che ha un effetto sul 2020. Poi per fare quello che si dice nel programma e farlo in misura significativa e  cioè aiuti alle famiglie, aiuti ai disabili, sostegno agli investimenti privati, introdurre politiche per l'emergenza abitativa e aumentare la dotazione delle risorse per la scuola, per l'università, per la ricerca e il per il welfare, servono almeno altri 10 miliardi. In totale, quindi, sono almeno 25. Il governo li metterà tutti a maggior deficit? Allora il disavanzo salirà oltre il 3%. Non è chiaro dunque come il governo li coprirà”.

tesoro
 

Oltre a una “efficace strategia di contrasto all’evasione”, il premier ha fatto riferimento a un "controllo rigoroso della spesa corrente", tema affrontato anche nel programma al punto 17. Da ex commissario straordinario per la spending review lei dove agirebbe? 
“Prima di tutto bisogna andare a vedere tutti i bonus che sono stati introdotti negli ultimi anni. Per esempio quello renziano da 500 euro per i diciottenni e poi anche quelli per gli insegnanti. Bisogna andare a vedere se è possibile risparmiare risorse andando a mettere a revisione queste voci di spesa. Poi è possibile reperire risorse dalla spesa della pubblica amministrazione per beni e servizi. C’è anche la questione delle spese fiscali”.

E cioè?
“Il Ministero dell’Ambiente ha individuato 19 miliardi di sussidi che sono dannosi per l’ambiente. Si potrebbe eliminare questi, in modo da ottenere un doppio vantaggio: ottenere un risparmio per le casse dello Stato e abolire misure che non fanno bene al territorio. Si potrebbe riconsiderare anche la decisione di sbloccare il turn-over e ricominciare con le assunzioni nella pubblica amministrazione: è necessario farlo in tutto il perimetro della PA considerando anche gli enti inutili? Insomma, si tratta di voci dove andare a mettere a revisione tutte le spese”. 

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