Economia

Pil, spettro manovra da 10 miliardi. Neanche il voto Ue può salvare l'Italia

Le proiezioni sulla composizione del prossimo Parlamento Ue non stravolgono gli equilibri politici: si allontana la sfiducia alla Commissione Juncker a giugno

di Andrea Deugeni
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Partito popolare europeo e Socialisti&Democratici (socialisti) perdono la maggioranza dei seggi parlamentari che hanno nell'attuale Parlamento, ma con i liberali dell'Alde il fronte spiccatamente pro-Ue avrebbe la maggioranza assicurata. Se poi a questi si aggiungeranno i Verdi e almeno una buona parte della Sinistra Unita, il fronte pro-Ue si allargherà. A destra, invece, i gruppi sovranisti/populisti/euroscettici aumenteranno il loro peso in termini di seggi, ma non sarebbero in grado di ribaltare il profilo politico dell'assemblea di Strasburgo passando dal 15-16% dei seggi a poco oltre il 21%.

Tria moscovici ape 2
 

Le indicazioni emerse dalle proiezioni sulla composizione del prossimo Parlamento Ue, pubblicate dallo stesso emiciclo di Strasburgo, sulla base dei dati di sondaggi nazionali raccolti fino a inizio febbraio 2019, lasciano a poche speranze a quanti in Italia, soprattutto nella maggioranza Lega-M5S, sperano in nuovi equilibri europei tali da consentire di chiedere a giugno una mozione di sfiducia nei confronti della vecchia Commissione Juncker che rimarrà così in carica fino all'autunno, in attesa che le forze politiche a Strasburgo diano vita al nuovo esecutivo europeo.

Conte salvini di maio ape 5
 

Con molta probabilità, questo per l'Italia significa la richiesta di Bruxelles di una manovra correttiva a giugno. Eventualità che oggi anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, uomo dei numeri della Lega, ha iniziato a non escludere. Le stime dei principali centri di ricerca internazionali, a cominciare da Commissione europea e Fmi, prevedono livelli di crescita nettamente inferiori all'1% fissato a dicembre dal governo Conte nella legge di bilancio. 

"Il rischio di una manovra correttiva è concreto: la Commissione vecchia o nuova che sia non potrà che tenere il punto sui target di bilancio concordati (deficit/Pil al 2,04%, ndr) dal ministro dell'Economia Giovanni Tria", spiega ad Affaritaliani.it l'economista Mario Baldassarri, presidente del Centro Studi Economia Reale ed ex viceministro del Tesoro, secondo cui "a questi livelli di spread, il Pil del nostro Paese crescerà dello 0,4% nel 2019". Un livello che porterà "il rapporto deficit/Pil al 2,6%, uno 0,6% in più rispetto al 2,04% fissato dalla legge di bilancio italiana: circa 10 miliardi in più". "E' chiaro che dal punto di vista dei tempi europei qualcuno a giugno inizierà a chieder conto al nostro Paese della congiuntura", aggiunge Baldassarri. 

trump merkel
 

Se a questo quadro si aggiunge lo scenario di una hard Brexit e di una guerra commerciale fra gli Stati Uniti e l'Europa sul fronte dell'automotive (che vuol dire inasprire ulteriormente il trend del commercio internazionale e il rallentamento della locomotiva economica tedesca e, a cascata, rendere più difficile l'uscita dell'Italia dalle secche della recessione), la situazione da gestire per il governo Conte si complica ancora.

Manovra correttiva, ricorda infatti Baldassarri, vuol dire "deprimere ulteriormente l'economia" e i margini di azione per la legge di bilancio del 2020 che Tria deve mettere in cantiere in autunno "partono già da meno 33 miliardi: 23,1 di clausole di salvaguardia per evitare l'Iva, più altri 10 di costo del reddito di cittadinanza da gennaio e quota 100 che deve sommare i pensionati di quest'anno più quelli del prossimo".

“Non serve una mini-manovra correttiva in corso d’anno - conclude Baldassarri - quanto piuttosto una manovra vera per il 2020 pari al 4-5% del Pil che tagli gli sprechi e le malversazioni della spesa pubblica e dia precise coperture ai provvedimenti senza un euro in più di deficit e di debito. E questa manovra va definita subito nel Def del prossimo 10 aprile”.  Altrimenti, quanto ancora durerà la pazienza dei mercati?