Economia
Spread in ribasso a 282 punti. Piazza Affari giù sotto i 20 mila punti
Seduta negativa per le Borse europee, che hanno tuttavia ridotto i cali nel finale (Milano -1,29%, Parigi -1,76%, Francoforte -1,54%, Madrid -1,25% e Londra -1,2% circa). A pesare sui listini sono stati i rinnovati timori su una possibile escalation della guerra commerciale: Pechino e' stata inserita tra i Paesi le cui politiche economiche e valutarie sono monitorate dall'amministrazione Trump e, dal canto suo, la Cina ha indicato che potrebbe fare leva sulla propria posizione dominante nella produzione di terre rare per penalizzare i produttori americani. L'Italia resta inoltre osservata speciale, dopo l'arrivo della lettera Ue con la richiesta di chiarimenti, da fornire entro venerdi', sulla violazione della regola di riduzione del debito.
A Piazza Affari le banche, pur se in calo, hanno ridotto i ribassi rispetto alla prima parte della seduta, complice il fatto che lo spread, dopo l'avvio a 292 punti, i massimi da dicembre, si e' progressivamente ristretto e ha chiuso in calo a 282 punti, dai 284 di ieri. In controtendenza Unicredit (+2,22%, la migliore sul Ftse Mib), la piu' esposta ai titoli di stato italiani e quindi alle oscillazioni dello spread e incoraggiata dal fatto che, per il momento, la Ue non ha multato l'Italia, e Banco Bpm (+0,89%), sostenuta dal fatto che Moody's ha confermato il rating a lungo termine sul debito senior e ha alzato quello sui depositi.
Le tensioni Usa-Cina sul trade hanno pesato sugli industriali (Buzzi Unicem -2,88%, Leonardo -2,4%). Deboli le utility, complice il cattivo andamento del settore in Europa. Sono andati male anche gli energetici, in primis Tenaris (-1,52%) ed Eni (-2,08%), sulla scia del calo del petrolio. Il Wti a luglio cede infatti il 2,8% e il Brent il 2% a causa dei timori sull'economia globale e, di conseguenza, su un possibile calo della domanda. Sul fronte dei cambi, l'euro si indebolisce ulteriormente a 1,1142 dollari (1,1156 in avvio e 1,1173 ieri). La moneta unica vale 121,84 yen (121,87 in apertura e 122,36 ieri), mentre il cambio dollaro/yen e' pari a 109,353.
A Piazza Affari, dove il Ftse Mib e' sceso sotto quota 20.000 punti, chiudendo a 19.999,94 punti, Fca e' rimasta debole (-1,22%), in attesa di novita' sulla fusione con Renault, e hanno perso quota le utility, complice il fatto che l'indice Euro Stoxx 600 di settore ha lasciato sul campo l'1,1%, tra i peggiori del Vecchio Continente. In particolare, Terna ha ceduto il 3,42%, la peggiore del Ftse Mib, Enel il 2,29%, A2a l'1,09% e Italgas l'1,72%, anche se gli analisti di Berenberg hanno confermato il rating "buy" e alzato l'obiettivo di prezzo a 6,4 euro per azione (attualmente il titolo vale 5,61 euro).
Prysmian ha chiuso in calo (-1,38%), nonostante la notizia che le operazioni di riparazione di una sezione del cavo Westernlink nel mare di Irlanda sono quasi complete. Tra le peggiori sul Ftse Mib, Moncler (-3,13%), colpita dalle prese di beneficio dopo essere stata tra i titoli piu' performanti delle ultime settimane. Fuori dal listino principale, Mediaset (-0,61%) e' stata sotto i riflettori dopo che la societa' della famiglia Berlusconi ha annunciato di avere fatto un primo passo per avvicinare la tedesca Prosieben, acquistandone il 9,6% del capitale sociale, corrispondente a diritti di voto fino al 9,9% del capitale votante, escludendo le azioni proprie.
L'azienda del Biscione e' cosi' diventata un azionista di peso dell'azienda teutonica al pari di The Capital Group, che ha il 9,98%, e di fatto il primo socio industriale. Sempre sul versante media, e' andata molto bene Netweek (+4,78%, dopo essere arrivata a guadagnare anche il 10%) ed e' andata bene anche Mondo Tv France (+4,46%), che ha chiuso il 2018 con perdite in netto ribasso e un valore della produzione passato da 362.000 euro a 2,34 milioni. La societa' ha anche approvato il nuovo budget 2019, che prevede un valore della produzione in crescita del 100%, Ebitda a 2,2 milioni e Ebit e risultato netto positivi a 0,2 milioni.
Le tensioni commerciali hanno pesato anche sugli indici europei, complessivamente in ribasso. A farne le spese e' stato in particolare il comparto tecnologico (-2,07% l'Euro Stoxx 600 di settore) e quello delle vendite al dettaglio (-2,46%), che risente dei timori su una frenata dell'economia. Sono andate male anche le utility (-1,09%) e gli energetici (-1,7%), penalizzati dalla brusca frenata del greggio.
La possibilita' che l'Opec e gli alleati decidano di proseguire con l'accordo di riduzione della produzione, come ipotizzato dalla Russia, non e' bastato ad arginare la frenata del greggio, arrivato a perdere piu' del 2% sui timori di una diminuzione della domanda. L'andamento dei titoli riflette tutto questo: a Parigi tra le performance peggiori ci sono state quelle di Valeo (-4,23%), Arcelormittal (-4,16%) e Michelin (-3,51%). Positiva Renault (+0,62%), con i vertici della societa' volati in giappone per rassicurare i partner dell'alleanza, Nissan e Mitsubishi, sulla proposta di fusione presentata da Fca al gruppo dell'auto francese. A Francoforte male Adidas (-2%) e i farmaceutici Bayer (-2,74%) e Merck (-2,3%). A Londra giornata buia per Burberry (-3,53%).