Economia
Spread, tranquilli: è sotto controllo. La frenata del Pil è già prezzata
Parla Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, asset manager Usa con 835 miliardi di patrimonio gestito, big nella top 20 mondiale del risparmio gestito
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Qual è il sentiment degli investitori finanziari sul nostro Paese, alla vigilia della possibile revisione del merito di credito dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Fitch (BBB) e mentre nel dibattito politico fa capolino in maniera prepotente l'ipotesi di una manovra correttiva in corso d'anno sui saldi di finanza pubblica?
"Che l’Italia sia un paziente da osservare con attenzione è una diagnosi conclamata da tempo. I mercati stanno osservando un possibile deterioramento dei conti pubblici rispetto alle aspettative. Ma già nei mesi scorsi gli investitori prezzavano uno scenario peggiore rispetto a quanto veniva prospettato dai partiti di maggioranza. Un deterioramento del quadro macroeconomico, poi, è già nei prezzi e i movimenti del differenziale Btp-Bund degli ultimi tempi non sono dipesi solo da noi”.
Luca Tobagi
A cosa si riferisce?
“Al forte calo registrato dai rendimenti dei Bund decennali, benchmark di riferimento e all’allargamento dello spread dovuto a un fatto di natura tecnica”.
Quale?
“Per inserire nei loro portafogli le ultime emissioni italiane di titoli di Stato a 15 e a 30 anni, gli investitori hanno fatto spazio vendendo le scadenze più brevi, tipicamente quelle tra i 2-3 e i 10 anni. C’è stata, quindi, un po’ di pressione al rialzo dei rendimenti”.
Ci sono delle ragioni per credere che potremmo assistere a breve a degli scossoni violenti degli spread (oggi a 271 punti base in chiusura) e a un ritorno sopra i 330 bp, in viaggio verso i 400?
“No, a meno di un downgrade con un outlook fortemente negativo da parte di Fitch. Le agenzie di rating, però, osservano la situazione in divenire, quindi ci possiamo aspettare che le osservazioni degli analisti seguano una certa gradualità, con conseguenti reazioni di mercato contenute. Inoltre, gli investitori obbligazionari hanno avuto già abbastanza tempo nei mesi scorsi per posizionarsi sul nostro debito pubblico in maniera compatibile con il profilo di rischio del nostro Paese”.
Quindi, il mercato si è stabilizzato a questi livelli di spread, intorno ai 270 punti base…
“Direi di sì. Il differenziale Btp-Bund potrebbe aumentare di altri 25-30 punti in caso di giudizio fortemente negativo da parte di Fitch e tornare sui massimi intorno ai 300 punti. Ma non più di così”.
La situazione potrebbe peggiorare molto solo se perdessimo il giudizio di investment grade…
“Sì, ma non siamo ancora all’ultimo livello prima di perdere questo merito di credito. Se ciò accadesse, sarebbe un problema serio per l’Italia. Ma non mi aspetto che avverrà a breve”.
A questi rendimenti, gli investitori scontano anche il probabile peggioramento futuro della congiuntura italiano certificato dalla revisione al ribasso delle stime dei principali uffici studi internazionali?
“Sì, almeno in parte. Quello che sta succedendo all’Italia è visibile e in parte prevedibile. E’ evidente che la visione sul nostro Paese sia quella di un’economia in cui le cose possono peggiorare. Anche nei mesi scorsi i mercati hanno sempre ritenuto che il potenziale di crescita dell’Italia sarebbe stato inferiore rispetto ai giudizi del governo”.