Economia

Stellantis, operai in piazza per Mirafiori. E gli Agnelli si intascano 56 mln

di Redazione Economia

A Torino, gli operai del colosso dell'automotive europeo scendono in piazza per protestare. Intanto gli Agnelli si intascano i cospicui dividendi del 2023

Stellantis, mentre gli operai scioperano in piazza a Torino gli Agnelli incassano dividendi boom da Exor

Al via a Torino la manifestazione promossa da sei sigle sindacali, accompagnata dallo sciopero unitario generale di otto ore, per chiedere il rilancio del settore automotive piemontese e di Mirafiori. In piazza, accanto ai rappresentanti sindacali, sono scesi i lavoratori e le istituzioni, con la presenza, tra gli altri, del governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

Il corteo è partito da piazza Statuto e terminerà in piazza Castello, dove si terranno i comizi finali. I sindacati sottolineano che è stato indetto uno sciopero unitario, "perché sappiamo bene che oggi più che mai è fondamentale essere realmente uniti e determinati nel difendere i nostri diritti e il nostro settore".

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Questo sciopero "non è solo per Mirafiori Stellantis, ma per tutto il comparto dell'automotive e per l'intera economia di Torino. Siamo in piazza con orgoglio, consapevoli di far parte di un sistema interconnesso: se il cuore dell'automotive soffre, ne risentono tutti i settori", ha detto Sara Rinaudo, vicesegretario generale Fismic Confsal, sottolineando che "i ristoranti restano vuoti, i negozi chiudono e i giovani lasciano la città in cerca di opportunità altrove.

Non possiamo permettere che ciò accada. Dobbiamo essere la voce di chi non può parlare, dobbiamo farci sentire con determinazione. Oggi è il giorno in cui lavoratori, giovani, artisti, istituzioni regionali e cittadini si uniscono in un solo cuore che batte all'unisono e una sola voce che riecheggia talmente forte e imponente da arrivare direttamente a Roma e all'Europa".

Stellantis, De Palma: “In piazza per trattativa vera con Tavares a Palazzo Chigi”

“Non siamo più a rischio ma il fatto che purtroppo da troppo tempo si pensa di ridurre la capacità produttiva di Torino. Noi pensiamo che Torino sia la capitale dell'auto in Italia e in Europa e per questo pensiamo che Torino e Mirafiori debbano tornare ad essere il posto in cui si progettano e si producono 200 mila auto perché questo ha effetti anche sull'indotto e sul resto del paese così il segretario generale della Fiom, Michele De Palma a Torino per partecipare allo sciopero unitario promosso dai sindacati a sostegno del rilancio di Mirafiori.

“Noi oggi incrociamo le braccia perché vogliamo riaffermare il diritto al lavoro e alla dignità di chi lavora e vogliamo una trattativa vera e la vogliamo a Palazzo Chigi perché vogliamo che la si smetta di fare le schermaglie sulle televisioni e poi non produrre risultati. Vogliamo contrattare con Tavares il futuro industriale, progettuale e produttivo per gli stabilimenti italiani per garantire l'occupazione non solo di quelli che sono in fabbrica ma anche dei giovani”.

Palombella: "Per Stellantis la priorità è aumentare la produzione"

"Prima di aprire ai cinesi sarebbe opportuno far lavorare i nostri stabilimenti dato che in questi tre mesi stanno producendo il 50% della produzione e ci sono tantissimi lavoratori in cassa integrazione questa disputa è qualcosa che distrae l'attenzione dai problemi reali". Lo ha detto il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella.

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"Ieri - ha aggiunto - ho sentito il ministro Urso dire che la 'Milano' dell'Alfa Romeo non può essere chiamata così perché non si produce in Italia, noi chiediamo intanto che la vettura venga prodotta in Italia, ma se cambia l'Alfa Romeo Milano deve cambiare anche quella cinese che si chiama 'Modena' perché entrambe sono una presa per i fondelli all'Italia e ai lavoratori, quindi prima di far cambiare nome devono decidere come far risalire la produzione nei nostri stabilimenti".

I conti di Exor, vagonata di dividendi per la famiglia Agnelli

Nel frattempo, secondo i dati del 2023, il valore degli attivi (al netto del debito) di Exor, holding della famiglia Agnelli con in pancia il 14,9% di Stellantis (circa 12 miliardi di valore), è cresciuto di circa 7,3 miliardi raggiungendo 35,5 miliardi di euro.    

Il dividendo per gli azionisti sarà di circa 100 milioni, pari a 0,46 per azione. Questo significa che la Giovanni Agnelli Bv, primo socio di Exor con il 53,6% delle quote (125.343.372) nonché cassaforte della dinastia torinese visto che i soci possono essere solo i vari rami della famiglia Agnelli-Elkann, incasserà intorno ai 57,7 milioni in dividendi, rispetto ai 55 milioni per il bilancio 2022. La quota restante è da attribuire alla pletora di soci nel capitale di Exor, per la gran parte investitori istituzionali e retail.