Economia
Stellantis schiva la maxi-multa Usa. Ok in borsa nonostante la crisi dei chip

Dieselgate, rumors: vicino un accordo tra la società e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Sanzione fra i 250 e i 300 milioni
Stellantis si muove al rialzo a Piazza Affari in linea con il mercato. In borsa i titoli del gruppo automobilistico guidato da Carlos Tavares salgono dell'1,16%% a 17,45 euro, con un massimo toccato in mattinata a 17,502 euro, quando il Ftse Mib guadagnava l'1,29%.
Seduta positiva per tutto il comparto auto europeo, con l'indice settoriale Stoxx 600 Auto in rialzo dell'1,02% a foine seduta, mentre si guarda ai dati sulle immatricolazioni auto di ottobre. Aspettando quelle italiane, attese per domani, e quelle tedesche (primo mercato auto europeo), in Francia hanno evidenziato un calo del 30,7% con Stellantis che ha fatto peggio, segnando un -37,6%.
Mercato auto negativo anche in Giappone, dove a ottobre le immatricolazioni sono scese del 30,2%. Sul comparto pesa la carenza di chip, che sta facendo rallentare la produzione e di conseguenza le consegne ai clienti finali.
In questo quadro, tuttavia, i titoli dell'auto oggi recuperano terreno con Stellantis che beneficia anche di quanto riportato dal’agenzia Reuters, secondo cui sembra vicino un accordo tra la società e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nella controversia sulle emissioni che l'ex Fca ha in piedi dal 2015.
La vicenda in questione riguarda circa 100mila veicoli con motore diesel venduti negli Usa. Secondo persone vicine al dossier la vicenda sarebbe vicina alla definizione e si ipotizza una multa fra i 250 e i 300 milioni. Per gli analisti di Equita, se questa cifra sarebbe confermata "si tratterebbe di un impatto modesto, pari a meno dell'1% dell'attuale market cap" di Stellantis, quando Volkswagen aveva pagato oltre 2 miliardi di dollari.