Economia
Mirafiori, lavoratori in sciopero. Da marzo stop alla Maserati Levante

Le tute blu sono uscite in corteo davanti alla porta 2 dello stabilimento in corso Tazzoli. Il segretario Fiom, Lazzi, dice: "La situazione è al limite"
Nuovo sciopero spontaneo dei lavoratori di Stellantis a Mirafiori
La situazione dei lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori si fa sempre più tesa e precaria, con ripercussioni evidenti non solo sul piano sociale ma anche sull'economia locale e nazionale. La decisione di estendere ulteriormente il periodo di cassa integrazione, con quattro settimane aggiuntive rispetto alle tre già concordate all'inizio dell'anno, e le dichiarazioni del CEO Carlos Tavares, che ha evidenziato Mirafiori come uno degli stabilimenti italiani più a rischio, aggiunge un ulteriore livello di preoccupazione e incertezza.
Ad alzare la voce contro i recenti cambiamenti, i Iavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori del primo turno della linea della 500 elettrica, che sono scesi in strada per scioperare, usciti in corteo dalla Porta 2 della fabbrica torinese hanno bloccato la circolazione stradale in corso Tazzoli. La prima iniziativa di protesta c'era stata già ieri, mercoledì 7 febbraio, quando le tute blu del secondo turno dopo l'assemblea con la Fiom Cgil erano uscite in corteo dalla fabbrica.
Il segretario generale della Fiom-Cgil di Torino, Edi Lazzi ha affermato: "Quando le lavoratrici e i lavoratori scioperano spontaneamente vuol dire che la situazione è arrivata al limite. Non c’è più tempo da perdere, bisogna agire immediatamente". E aggiunge: "Le soluzioni possono essere trovate partendo dalle proposte su Mirafiori di Fim Fiom e Uilm di Torino. Proposte concrete per la città, per l’industria manifatturiera, per l'economia in generale. Proposte che a mio avviso dovrebbero essere ascoltate nel merito e nel metodo, con la costituzione di un think tank cittadino formato dal presidente della Regione, dal sindaco di Torino, dalle organizzazioni dei lavoratori e da quelle delle imprese, dalla curia, dal Politecnico e l’università di Torino, dalle imprese a partecipazione pubblica di energia elettrica, con il compito preciso di pianificare un progetto di investimenti pubblici e privati, da effettuare nel territorio tesi ad accompagnare in positivo la transizione all’elettrico che se sfruttata adeguatamente è in grado di generare nuova e buona occupazione". E conclude: "L’obiettivo della protesta è convincere Stellantis, ma non solo, che produrre auto nella nostra città è ancora un ottimo business, non solo perché abbiamo più di 120 anni di competenze specifiche, ma anche perché abbiamo un progetto organico sull’auto e sull’elettrificazione".
Un altro duro colpo che le tute blu devono incassare è l'annuncio della fine della produzione del Maserati Levante alle Carrozzerie di Mirafiori, programmato per il prossimo 31 marzo. "Un'ulteriore notizia negativa per Mirafiori, che conferma l'urgenza di discutere con Stellantis e con le istituzioni della missione produttiva dello stabilimento – dichiara Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino. Mirafiori rappresenta il baricentro dell'auto in Italia e come tale deve essere valorizzato".
La situazione di Mirafiori non è isolata, ma rappresenta un riflesso delle sfide più ampie che l'industria automobilistica italiana sta affrontando. Come sottolinea anche il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo: “Vogliamo un piano per Mirafiori che ci porti a 200.000 vetture, come richiesto dalla piattaforma unitaria di Fim-Fiom-Uilm e dia garanzie occupazionali per il prossimo decennio. Il caso Mirafiori deve diventare un caso nazionale, Parigi e Roma se ne devono occupare. Ci aspettiamo che le istituzioni locali, dal Comune alla Regione, facciano la loro parte con strumenti che rendano competitivi il nostro territorio verso Stellantis per l’auto elettrica e per eventuali altri produttori che dovessero arrivare in Italia”.