Economia
Stellantis dona un milione di dollari a Trump. La mossa di Elkann per riprendersi il mercato americano
Così si allinea anche ad altri giganti che hanno deciso di sostenere l’evento come Boeing, Microsoft, Amazon, Alphabet e Meta.
Stellantis dona un milione di dollari per l’inaugurazione di Trump,
Stellantis ha deciso di donare un milione di dollari al fondo destinato alle cerimonie inaugurali del presidente eletto Donald Trump, allineandosi ad altri giganti dell’industria automobilistica di Detroit, come Ford, Hyundai Motor, e Delta Air Lines e General Motors. La notizia, riportata dai media statunitensi, non è da sottovalutare visto che il colosso italo-francese non aveva mai partecipato finanziariamente a inaugurazioni presidenziali, né per Trump nel 2017, né per Joe Biden nel 2021. E così si allinea anche ad altri giganti che hanno deciso di sostenere l’evento come Boeing, Microsoft, Amazon, Alphabet e Meta.
In realtà dietro la mossa di Stellantis, e quindi del suo patron John Elkann si potrebbe leggere un'intenzione ben mirata quella di riprendersi il mercato statunitense, da sempre target chiave delle vendite del colosso. Non a caso Antonio Filosa, responsabile delle operazioni in Nord America e Ceo del marchio Jeep – indicato da molte fonti come possibile successore di Carlos Tavares – aveva sottolineato questa priorità durante il Salone dell’Auto di Detroit. “Gli Stati Uniti rappresentano il mercato più importante per Stellantis a livello globale”, aveva dichiarato Filosa.
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E quindi non è del tutto casuale l'iniziativa di Elkann che starebbe cercando in tutti i modi di invertire il calo delle vendite del 15% registrato negli Stati Uniti nel 2024, ma anche di migliorare i rapporti alquanto tesi con Trump visto che in passato il presidente eletto aveva criticato i piani di delocalizzazione in Messico, di Stellantis. Ora, nonostante le turbolenze, il colosso dell'auto sembrerebbe pronto a collaborare con la nuova amministrazione. D'altro canto, tra le sue promesse, Trump aveva garantito un maggiore allentamento delle normative sulle emissioni, incentivi fiscali per i prestiti auto e dazi mirati a riportare produzione e posti di lavoro in America. Fattori che a Elkann, oggi, farebbero molto comodo.