Tap, il ministro Costa: "E' inutile". L'Eni: "Non bloccarla"
L'obiettivo è quello di portare fino alle coste pugliesi il gas prodotto nel giacimento di Shah Deniz, in Azerbaigian
La spallata del Salvimaio al gasdotto Tap. Ieri il neo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, ha detto che l'opera verrà "revisionata" perché considerata "inutile", in coerenza con quanto scritto nel contratto di programma del governo M5S-Lega. All'agenzie Reuters, Costa ha detto che "il fascicolo Tap è sul tavolo e lo stiamo già affrontando, con priorità, considerando chiaramente che siamo al terzo giorno di lavoro appena. Il presupposto è che, vista la strategia energetica e i consumi di gas in calo, quell'opera oggi appare inutile". Il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) è considerato invece opera strategica dall'Unione europea, come alternativa alle forniture di gas della Russia.
Il tracciato si snoda attraverso il corridoio Sud con l'obiettivo di portare fino alle coste pugliesi il gas prodotto nel giacimento di Shah Deniz, in Azerbaigian. Lo sta realizzando un consorzio partecipato da Snam (20%), Socar (20%), BP (20% ), Fluxys (19%), Enagas (16%) e Axpo (5%). I finanziamenti sono interamente privati, con un impegno complessivo stimato in 4,5 miliardi di euro, compreso un finanziamento Bei di 1,5 miliardi di euro.
Nei giorni scorsi la presidente di Eni, Emma Marcegaglia, si era espressa a favore dell'opera: "Per noi non si può sicuramente bloccare. Il Tap vorrebbe dire più gas, e questo è un Paese che ha bisogno di meno carbone e più gas", le sue parole. In effetti dall'ultimo rapporto dell'Unione europea, i consumi di gas del 2017 risultano in aumento del 6%. Italia e Germania sono indicati come i Paesi che hanno registrato i tassi di crescita più alti.