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Economia
Tasse Usa, Trump: la riforma fiscale ottiene l'ok dal Senato. L'analisi

La riforma fiscale degli Stati Uniti è a un passo dal traguardo e il presidente Donald Trump, insieme a tutti i repubblicani esultano, pronti a incassare la prima (e finora unica) vittoria legislativa del loro mandato. Con un voto arrivato nella notte americana, la riforma ha superato lo scoglio decisivo del Senato e ora, dopo lievi modifiche teniche, torna alla Camera per il 'via libera' definitivo e approdera' alla scrivania di Trump allo Studio Ovale, per la firma definitiva sicuramente prima di Natale (come promesso dai repubblicani di varare gli sgravi fiscali entro la fine dell'anno).

E' la prima riforma fiscale statunitense in oltre 30 anni. "E' il piu' grande taglio alle tasse e il provvedimento di riforma della storia", ha 'twittato' subito il presidente Trump. La riforma e' passata con un voto risicato (51 a 48), del resto al Senato dove i repubblicani hanno solo una lieve maggioranza. Il risultato e' stato annunciato dal vicepresidente Mike Pence che ha presieduto il voto. Alla fine ha votato si' anche Jeff Flake, l'ultimo repubblicano che non si era ancora sbilanciato.

Poco prima del 'via libera', il leader della minoranza del Senato, il democratico Chuck Schumer ha fatto l'ultimo appassionato appello per tentare di bloccare la riforma, ripetendo il 'leit motive' dei critici, ovvero che la riforma sara' "un conto presentato alla middle class" e che invece dei tagli si avvantaggeranno soprattutto le grandi aziende. Nancy Pelosi, leader della minoranza alla Camera, ha parlato di un provvedimento "plutarchico". Per i democratici, la legge e' un regalo di Natale ... ma per i piu' ricchi e le imprese.

"Ricorda questo giorno", ha aggiunto Nancy Pelosi, "e' una pura e semplice rapina della classe media". Durante le operazioni di voto, si sono sentiti manifestanti che protestavano dalle tribune sopra l'aula: "Kill the bill, don't kill us" (uccidi il provvedimento, non noi"), scandivano dalla galleria alcuni presenti, che pero' sono stati rapidamente allontanati. "E' l'esempio perfetto di una promessa fatta e una promessa soddisfatta", ha risposto Paul Ryan, lo speaker della Camera dei rappresentanti. La riforma si applichera' dal 2018, sia per le aziende che per i privati; e ridurra' le tasse federali ma anche le entrate dal 2018.

Ma Trump spera che la riforma acceleri l'economia statunitense oltre l'attuale 3%, generando nuove entrate fiscali. "La riforma fiscale ci portera' al 3%" della crescita, ha assicurato Paul Ryan. Anche se la riduzione delle tasse e' permanente per le aziende, durera' solo fino al 2025 per le famiglie. Pertanto, secondo il Tax Policy Center, l'aumento del potere d'acquisto delle famiglie diminuira' progressivamente nel prossimo decennio, fino a scomparire della meta' nel 2027.

Il testo include anche due altre importanti novita': l'annullamento della sanzione per coloro che non hanno un'assicurazione sanitaria e la concessione di terre protette in Alaska all'estrazione petrolifera. Trump, che non e' riuscito ad abrogare la riforma sanitaria del suo predecessore Barack Obama, per la defezione dei suoi stessi colleghi di partito, adesso incassa una vittoria politica di cui, lui ne e' sicuro, gli americani si ricorderanno quando andranno a votare nelle elezioni legislative del novembre 2018, elezioni che sono importantissime se i repubblicani vogliono mantenere il controllo tanto di Camera che di Senato.

Trump ha definito la riforma fiscale da 1.500 miliardi di dollari come un regalo di Natale per tutto il paese. Ma in realta' sara' un regalo soprattutto per le banche, le compagnie aeree e le grandi aziende dei settori della raffinazione petrolifera e delle ferrovie. Per i piu' critici a guadagnarci di piu' saranno proprio i miliardari come il presidente Donald Trump. Il 'tax plan' e' stato approvato a mezzanotte americana dal Senato e torna adesso alla Camera per andare sul tavolo dello Studio Ovale, alla firma di Trump, sicuramente prima di Natale. Nel dettaglio, ecco le principali novita' contenute nelle 500 pagine del provvedimento: l'aliquota sugli utili delle aziende scendera' dall'attuale 35% al 21%.

(Segue...)

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