Economia
Tim, Gorno Tempini saldo nel board. Gubitosi prepara un nuovo taglia-debito
Per Bruxelles la presenza nel Cda della compagnia telefonica del presidente di Cdp non è in conflitto d'interesse
Ecco, quello che servirebbe adesso è un minimo di tutela in più per un’azienda che comunque può rappresentare un asset fondamentale per lo sviluppo. E che viene – per certi versi misteriosamente – penalizzata in borsa. Ha un indebitamento monstre? Sì, ma lo sta riducendo e, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, verranno annunciati ulteriori accorgimenti per abbattere la situazione debitoria. I critici però rispondono che la situazione del titolo Tim è ingestibile. La capitalizzazione è 7,4 miliardi, poco più di un quarto rispetto a Orange e di un quinto rispetto a Vodafone. Tutto verissimo: il valore azionario è fermo a quota 0,3-0,4 da molto tempo, con una picchiata in zona 0,29 euro per azione a ottobre dello scorso anno.
Ma qui si torna al discorso iniziale: perché? Agli analisti non piacciono gli investimenti, perché bruciano cassa e non portano rendimenti immediati. Comprensibile. Ma perché non viene valorizzato il 58% di Fibercop, accreditata di un enterprise value da 7,7 miliardi e di un Ebitda da 900 milioni all’anno a partire dal 2025? Perché non si dà il giusto peso a Tim Brasil, che è la vera gallina dalle uova d’oro dell’ex-Sip, a maggior ragione ora che è stata perfezionata l’operazione con Oi? Inwit, di cui Tim detiene, insieme a Vodafone, poco più del 30%. vale in borsa 9,3 miliardi. Ma non sembra valere granché quando si deve dare un voto alla casa madre.
È naturale, dunque, che Tim sia finita sotto attacco, ora che è diventata non più soltanto una compagnia di tlc, ma piuttosto un’azienda tecnologica a 360°. Quando Marco Tronchetti Provera incontrò Rupert Murdoch per lanciare una partnership tra rete e televisione, venne sostanzialmente boicottato dalla politica. Oggi serve scrivere un finale diverso a questa storia.