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Economia
Tim in trattativa per lo sconto da Dazn. Ma c'è un nuovo stop sulla rete unica
Pietro Labriola, ceo di TIM

Che cosa succede con la rete?

C’è il rischio che la trattativa possa naufragare? Non è ancora il momento di fasciarsi la testa, ma è certo che mentre Open Fiber ha presentato un piano industriale cosiddetto “stand alone”, in cui cioè le attività dell’azienda vanno avanti indipendentemente dall’accordo con Tim, il discorso per l’ex-Sip è un po’ più complesso. Labriola si è speso molto sullo scorporo e conta di monetizzare parecchio dalla fusione della rete. I francesi di Vivendi, al tempo stesso, mercanteggiano come è giusto che faccia una società privata per valorizzare appieno il suo asset più strategico. 

In tutto questo, è indubbio che la caduta del governo abbai fatto rallentare il dossier. È vero che non è cambiata la volontà delle parti né si sono fermate le trattative. Ma diciamo che la prima scadenza “vera” è quella del 31 ottobre, quando cioè il MoU siglato tra le parti dovrebbe iniziare a trasformarsi in qualcosa di più concreto e completo. Per questo, a quanto risulta ad Affaritaliani.it potrebbe esserci un'accelerata nella trattativa alla fine di agosto, quando i tempi inizieranno a essere stretti. Questo esecutivo è in carica ormai esclusivamente per il disbrigo degli affari correnti, non si occupa certo dei processi aziendali. Ma c'è un tema aggiuntivo: il governo uscirà dalle consultazioni del prossimo 25 settembre. Mai nella storia recente si era assistito a un'elezione così a ridosso della scadenza della Legge di Bilancio. Per questo in molti sono convinti che il presidente Mattarella spingerà per un incarico rapido a un esecutivo forte che possa occuparsi di tutti i dossier, compreso quello della rete unica.

Va letta in questo senso la dichiarazione del Mise di questa mattina che ha fatto capire che sul tema delle reti vi sia la volontà dell’esecutivo di non impegnarsi in questioni di questo tipo. “Apprendiamo dalla stampa di una lettera indirizzata alla commissione europea - sottolinea il Mise in una nota - che impegnerebbe il governo italiano insieme ad altri a supportare presso la Commissione Europea l'adozione di norme che prevedano la condivisione dei costi di utilizzo delle reti di comunicazione elettronica tra operatori di rete e content providers. Al netto dei contenuti, precisiamo che il Ministero dello Sviluppo Economico, competente per materia sulle reti di telecomunicazioni, non ha aderito a tale iniziativa, né intende farlo. Il Mise ritiene opportuno infatti che debba essere il prossimo governo in carica, eventualmente, ad affrontare, in un senso o nell’altro, la delicata questione" conclude la nota.

Leggi anche: Butti (FdI) ad Affari: "Tim venda il Brasile per ritrovare la forza"

Il parere di Cdp Equity

"Sulla rete unica continuiamo a lavorare, come previsto dal contratto preliminare, ma è un'operazione complessa, che ha richiesto tempi più lunghi perché, al di là delle valutazioni, impone scelte di natura tecnica per integrare due reti diverse". Lo afferma in un'intervista a Repubblica Pierpaolo Di Stefano, ad di Cdp Equity, che controlla il 60% di Open Fiber. "Dato che la società della rete unica sarà un operatore non verticalmente integrato, come ribadito dall'ad di Tim Pietro Labriola - aggiunge Di Stefano - l'attività di rete si staccherà da quella dei servizi Telecom e quindi anche il perimetro dell'operazione ha subito variazioni, come il backbone, per far sì che Tim possa competere ad armi pari con gli altri operatori".

"La strategicità per il paese, e l'opportunità sia sotto il profilo industriale che finanziario dell'operazione sono talmente evidenti, che unire le forze in un'unica rete in fibra è imprescindibile per tutti. L'unico ostacolo potrebbe essere rappresentato dall'Antitrust Ue. Dovremo operare quindi in modo tale che non ci siano richieste che vanifichino il progetto stesso della rete unica. Detto ciò, non vedo un motivo per non arrivare in tempi brevi a sottoporre insieme a Macquarie, per conto di Open Fiber, la migliore offerta non vincolante possibile a Tim". E sulle valutazioni "ci sederemo tutti intorno a un tavolo e troveremo una soluzione, come ha detto l'ad di Cdp Dario Scannapieco. Se non si trova un prezzo adeguato da rendere interessante l'operazione dal punto finanziario, Open Fiber andrà avanti per la sua strada".
 

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