Economia
Tim, settimana decisiva. Il futuro dell'ex monopolista tra Iliad, Cvc e Poste Italiane
Possibili fusioni, acquisizioni e nuove strategie in una settimana cruciale per il futuro del colosso delle telecomunicazioni
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Tim, settimana decisiva
Tim ancora in rialzo a Piazza Affari (+1%) sfondando i 0,30 euro di valore complice anche un'ulteriore promozione questa volta incassata da Hsbc. L'ad Pietro Labriola, nonostante le molte voci di vendita che pesano su Tim, continua a darsi da fare e ha annunciato un accordo con Apple sullo streaming.
La settimana per Tim si preannuncia importante: mercoledì prossimo 12 febbraio si alzerà il velo sui conti, gli analisti vedono margini in crescita e una diminuzione del debito atteso da 8 a 7,35 miliardi, mentre giovedì è attesa la call con gli analisti per il piano industriale e Labriola potrebbe fornire qualche elemento sulle trattative potenzialmente in corso. Le ipotesi vedono il passaggio della quota di Tim posseduta da Vivendi (23,7%) a Cvc (in corsa anche il fondo Apax), con poi possibile cessione dei servizi fisso e mobile a Iliad che in Italia ha già circa 10 milioni di utenti.
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Ipotesi questa non semplice per questioni di Antitrust: i gestori di tlc passerebbero infatti in Italia da 4 a 3. Più semplice potrebbe essere il passaggio di una quota a Poste (gli analisti ipotizzano il 10% di Tim nelle mani di Cdp) che potrebbe fare così accordi commerciali tra Tim e Poste mobile, ossia l'operatore virtuale della società che ha circa 5 milioni di utenti, ed è il primo della sua categoria. Da sottolineare che Poste è partecipata al 64% dal Mef, quindi dal ministero dell'economia e dalla stessa Cdp.
"Una ridda di ipotesi speculative, che dimostra a nostro avviso un rinnovato interesse per l'asset e la sottovalutazione delle attuali quotazioni del titolo- hanno specificato gli analisti di Equita che ha portato il prezzo obiettivo di Tim a 0,36 euro ad azione- erano già emerse ipotesi di una possibile Opa da parte di Cvc per delisting di Tim e vendita separata delle attività Consumer, Enterprise e Brasile, scenario che non avrebbe però trovato il supporto del governo, che intende preservare l'integrità del gruppo.
Iliad starebbe invece lavorando con advisor Mediobanca e Lazard e il supporto di Bcg per una combinazione delle proprie attività italiane con tutta Tim (e non con la sola consumer, come riportato in passato): alcune fonti non escludono un lancio di un'Opa da parte di Iliad.
Mentre altre escludono l'Opa e ipotizzano una fusione delle attività che porterebbe Iliad al 35% del capitale di Tim con la richiesta di esenzione al lancio dell'Opa (whitewash). Ulteriore scenario è quello che vede una convergenza di Cvc e Iliad, con Cvc che rileverebbe il 24% di Tim da Vivendi, Iliad che combinerebbe le proprie attività italiane e Cvc che apporterebbe poi MaticMind (system integrator).
Il progetto alternativo a quello di Cvc e Iliad vede coinvolta Poste con un accordo commerciale con Poste Mobile". Per gli analisti di Equita una combinazione tra Iliad Italia e Tim "presenta rischi di tipo regolamentare (antitrust italiano ed europeo) ma avrebbe sinergie significative.
Le percentuali di capitale indicate (65-35% ordinario o 72-28% totale) ci sembrano però poco coerenti con l'apporto di Ebitda di Tim rispetto a Iliad e con l'acquisizione di Tim Enterprise (premiante rispetto al Consumer). Il coinvolgimento di Cvc (o di altri fondi) come compratore della quota di Vivendi nell'operazione Iliad- per gli analisti- rimuove l'incertezza legata all'atteggiamento dei francesi, ma introduce un ulteriore tema di valutazione degli asset da conferire.
La combinazione alternativa con Poste Mobile non pone rischi regolatori, genera alcune sinergie industriali ma con un limitato consolidamento di mercato. Tutte le possibili operazioni devono partire da una più corretta valutazione di Tim". Che è, secondo Equita, sottovalutato. In tre mesi comunque il titolo Tim ha guadagnato il 34%.