Economia
Tria: "Giù le tasse della classe media". Il piano per andare oltre la flat tax
Il ministro: "Siamo a uno stadio molto avanzato di un'imposta sul reddito personale che ridurrà il carico fiscale sulla classe media"
Il governo ha progetti che vanno "oltre la flat tax". "Siamo a uno stadio avanzato su un'imposta sul reddito personale che ridurrà il carico per la classe media, mantenendo un impatto sul budget gestibile". Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, alza il velo su uno dei due punti caldi al centro dei programmi delle due componenti della maggioranza, Movimento 5 Stelle e Lega Nord, ovvero il fisco. E dalle parole che ha pronunciato di fronte alla platea del Bloomberg European Capital Markets di Cernobbio, il numero uno del Mef sembra dare sostanza alle indiscrezioni su una revisione generale delle aliquote Irpef, rimodulando la curva in modo da favorire le classi che si trovano negli scaglioni centrali.
Di Flat Tax, ovvero aliquota unica, sui redditi delle persone fisiche, spiegano da Via XX Settembre, non si parla più da mesi. Quello che è il progetto in essere in ambito della maggioranza è un alleggerimento fiscale complessivo nei confronti della maggior parte dei contribuenti, da realizzare però nell'arco di una legislatura.
Tria infatti è tornato a rassicurare i mercati sull'impatto sostenibile di uno delle misure della legge di Bilancio, garantendo che nella prossima manovra il governo confermerà gli sforzi per ridurre il debito (e cioè non sforare il target fissato con l'Unione europea dal precedente esecutivo di un rapporto deficit/Pil all'1,6%), ma continuando a indicare in una crescita sostenibile la stella polare dell'azione dell'esecutivo, grazie a investimenti pubblici e a una possibile riduzione dell'Irpef.
Di fronte alla platea, Tria è tornato a puntare il dito contro il gap (dell'1%) fra la crescita italiana e quella degli altri Stati europei e ha spiegato che, partendo dai "fondamentali solidi" del Paese, per ripartire servono più investimenti pubblici. Tria ha annunciato che il Governo deve "recuperare un 30% di investimenti pubblici venuti meno negli ultimi anni" e ha spiegato ancora che "gli investimenti pubblici debbono tornare ad essere il 3% del Pil nel breve termine".
Per raggiungere gli obiettivi di crescita si punta a "bilanciare azioni differenti guardando al quadro più grande", attraverso una composizione del budget tra entrate fiscali e spese. E una chiave sta nella digitalizzazione e l'implementazione dell'agenda digitale. "Lavoriamo per progettare una crescita sostenibile e per ricostruire una forte capacità tecnica nelle nostre amministrazioni attraverso pubblici investimenti e partnership tra il pubblico e i privati".
Sul reddito di cittadinanza, su cui è altissimo il pressing del M5S per realizzarlo subito entro la prossima cornice di bilancio, il numero uno del Mef ha spiegato che è necessario "risolvere i problemi sociali che hanno portato al bisogno della nascita di questo reddito", mentre sul fronte delle tasse il governo si muoverà sempre "nell'ambito del rispetto degli impegni europei", ma con l'obiettivo di disegnare "un percorso bilanciato che tenga conto di bisogni sociali e requisiti economici per creare una crescita sostenibile a lungo termine".
Il governo, infatti, ha "un orizzonte di legislatura" e le riforme strutturali che sono nel programma saranno "implementate gradualmente". L'Italia, ha voluto ricordare Tria, "sta crescendo ancora, per quanto a un ritmo più lento, inferiore a quello degli altri Paesi europei", ma ha fondamentali solidi, con un basso debito privato, banche che si sono ricapitalizzate e un livello di crediti deteriorati che è sceso in maniera significativa.