Economia
Trochetti si butta nel private equity. Affari col cinese Niu nell'healtcare
L’accordo tra Camfin e Longmach riguarda l’ingresso del trust in Pirelli, ma si potrà estendere al private. Quella clausola statutaria modificata 6 mesi fa...
Il miliardario cinese Niu Yishun, attraverso il trust lussemburghese Longmarch Holding Sàrl, ha comprato a termine (2023) il 5,195% di Pirelli&C per ora in mano a Industrial and Commercial Bank of China (Icbc), siglando parallelamente un accordo “preliminare e non vincolate” con Camfin, finanziaria controllata al 69,46% da Marco Tronchetti Provera già titolare del 10,1% di Pirelli (ma che grazie ad alcuni strumenti finanziari acquistati lo scorso settembre potrà salire al 15%), per valutare una potenziale partnership strategica finalizzata a realizzare operazioni di private equity in vari settori compreso l’healthcare.
Se gli analisti si interrogano su quali riflessi possa ciò avere sul futuro assetto della società, nel cui capitale è contemporaneamente entrata la Brembo (per la quale nei mesi scorsi qualche analista già aveva ipotizzato una integrazione verticale proprio con Pirelli&C) della famiglia Bombassei col 2,423%, mentre ChemChina, attraverso Marco Polo International, sta gradualmente aumentando dell’1,5% la propria partecipazione (lo 0,5% è già stato acquistato in borsa a partire dal 20 marzo scorso), la domanda che ancora non trova risposta è quali potranno essere gli affari, a parte Pirelli, tra l’ex genero di Leopoldo Pirelli e Yishun.
Ma chi è Niu Yishun? Fondatore nel 1989 e tuttora presidente di Hixih Rubber Industry Group (di cui il figlio Niu Teng è amministratore delegato), in origine un produttore di pneumatici per autocarri dal 2005 divenuto fornitore di componenti in gomma-plastica partner di Pirelli (ma tra i suoi oltre 500 clienti vi sono anche Goodyear e Continental, come pure i gruppi Carlyle e Bekaert), Niu è un classico “self made man” che secondo la classifica di Forbes è riuscito a diventare il 391esimo uomo più ricco in Cina (naviga oltre la 1.150esima posizione a livello mondiale), con un patrimonio personale valutato circa 870 milioni di dollari.
Con Yishun, Camfin (tra i cui azionisti vi sono anche Unicredit, col 19,84% del capitale, e Intesa Sanpaolo col 7,5% del capitale e il 10,7% dei diritti di voto) parrebbe interessata a valutare altre opportunità di private equity, in particolare nel campo della sanità privata. Camfin, che oltre all’investimento in Pirelli & C. detiene, tramite TP Industrial Holding, una partecipazione di controllo indiretta in Prometeon Tyre Group (a cui fanno capo le attività nei pneumatici industriali scorporate da Pirelli & C.) può occuparsi di private equity da circa sei mesi, dopo un’apposita modifica statutaria varata contestualmente all’aumento da 40 milioni di euro che ha portato Intesa Sanpaolo tra i soci.
Il settore healthcare italiano è da tempo in fermento: gli oltre 152 miliardi annui di spesa rappresentano il 6,5% del Pil (contro una media Ocse del 6,6%) di cui 113 miliardi riferiti al settore pubblico e 40 a quello privato, non potranno che aumentare per il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, che espone il paese a rischi di pandemia come ha drammaticamente dimostrato l’emergenza coronavirus. Già oggi in Italia 60,48 milioni di cittadini godono di una speranza di vita media di 82,54 anni e questa appare destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni.
Questo comporterà maggiori investimenti in strutture sanitarie, dove hanno già iniziato a investire gruppi come i De Benedetti (Kos), i Rotelli (Gruppo Ospedaliero San Donato) e i Rocca (gruppo Humanitas). Ma anche in dispositivi medici, che già oggi valgono oltre 16,5 miliardi di euro l’anno di fatturato e dove Ashai Glass (gruppo Mitsubishi) ha appena fatto la sua mossa lanciando un’Opa da 240 milioni di euro su MolMed, che tra gli azionisti vedeva finora anche le famiglie Berlusconi e Doris.
E poi, naturalmente, occorrerà investire nella ricerca di nuovi farmaci e dispositivi sanitari in genere, un settore dove già operano i Menarini, i Bracco, i Golinelli e i Cavazza (Alfasigma), gli Angelini, i Dompé, i Marcucci (Kedrion), gli Zambon, i De Santis (Italfarmaco) o i Del Bono (Mediolanum Farmaceutici) solo per citare gli azionisti dei principali gruppi tricolori.
Insomma: se Marco Tronchetti Provera e Niu Yishun si “intenderanno” altrettanto bene come si sono sempre intesi quando si è trattato di fare affari nel settore tyre, spazi per crescere nel settore non mancano, così come prospettive per veder fruttare i propri investimenti, magari assistiti da soci finanziatori come Unicredit e Intesa Sanpaolo.